Attore e regista statunitense. Cineasta capace di tracciare un percorso parallelo a quello della Nouvelle vague francese, grazie a un cinema sperimentale, realizzato in assoluta economia e spesso legato a sceneggiature appena accennate e alla forza dell'improvvisazione registica e attoriale, rappresenta una delle figure più importanti della cinematografia americana. Il suo primo film è lo straordinario Ombre (uscito nel 1961), storia di una famiglia di colore (due fratelli e una sorella) che fallisce il suo tentativo di integrazione nella società dei bianchi. C. non firma il manifesto del f New American Cinema, gruppo soprattutto newyorkese che propugna un cinema anticonformista, esteticamente e linguisticamente dirompente, tuttavia Ombre, girato in 16mm, diventa un film di riferimento per tutta l'area dell'avanguardia: svincolato dai codici e dagli stereotipi, impudente nello stile di ripresa – in diretta e senza alcuna costruzione scenica – indica materialmente la possibilità di un cinema sottratto alle ragioni del business e diviene così un manifesto del cinema indipendente. Dopo la regia di Blues di mezzanotte (1962) e Gli esclusi (1963), ottiene un notevole successo per le sue interpretazioni in Quella sporca dozzina (1967) di R. Aldrich e Rosemary's Baby (1968) di R. Polanski. Nel 1968 dirige Volti, autopsia di una crisi matrimoniale, e nel 1970 la sconsolata storia di amicizia virile Mariti. Mentre continua a recitare, anche in alcuni suoi film, C. affina il linguaggio registico grazie alla continua collaborazione con la moglie G. Rowlands e altri amici attori. Minnie e Moskowitz (1971), Una moglie (1974) e La sera della prima (1978) sono tutti intensi drammi psicologici in cui la cinepresa di C. segue da distanza molto ravvicinata le complicate relazioni umane, sempre affidandosi a lunghi monologhi degli attori. Con Assassinio di un allibratore cinese (1976) e soprattutto con Gloria - Una notte d'estate (1980) sembra cambiare momentaneamente registro, affidandosi a una rilettura personale del noir e del cinema d'azione. Il suo ultimo film, Il grande imbroglio (1985), è il corrosivo addio al cinema di un uomo che, autodefinitosi «il peggior regista del mondo», è stato invece uno dei pionieri del cinema indipendente e ha diretto alcuni fra i più emozionanti e sofferti film del dopoguerra.