Attore statunitense. Combatte durante la seconda guerra mondiale nel corpo dei marine, dal quale acquisisce una risolutezza di modi e una grinta mascolina che diverranno il suo biglietto da visita per tutta la carriera. Esordisce con poco più di una comparsata in Il comandante Johnny (1951) di H. Hathaway e dopo altri due film in ruoli di fianco si fa notare per la brutale caratterizzazione del gangster sadico e sfregiatore di donne di Il grande caldo (1953) di F. Lang. La sua maschera dai freddi occhi a fessura, con un che di odioso e letale nell'espressione, lo rende perfetto per dar vita a tipici «pendagli da forca», assai efficaci nel netto scontro tra bene e male caro al cinema hollywoodiano classico. In Il selvaggio (1954) di L. Benedek è il più carogna dei teppisti motociclisti capitanati da Johnny/M. Brando. Diventa poi il terrore del West in L'uomo che uccise Liberty Valance (1962) di J. Ford e si cala nei panni del killer implacabile in Contratto per uccidere (1964) di D. Siegel. E anche se l'Oscar gli arriva per paradosso da un doppio ruolo di ubriacone e assassino in uno dei rari western propriamente comici, Cat Ballou (1965) di E. Silverstein, incombono altri celebri «duri», dal maggiore a capo della missione impossibile di Quella sporca dozzina (1967) di R. Aldrich al soldato naufrago alle prese con il nemico giapponese T. Mifune nell'isolotto sperduto di Duello nel Pacifico (1968) di J. Boorman. Con gli anni la sua rudezza si volge anche a fin di bene. In Arma da taglio (1972) di M. Ritchie, fredda chi di dovere ma salva le orfanelle in pericolo e in Il grande uno rosso (1980) di S. Fuller si rifà da eroico sergente quasi tutta la seconda guerra. L'ultimo film, Delta Force (1986) di M. Golan, lo consacra comandante delle teste di cuoio statunitensi sterminatrici di terroristi arabi.