Pianista. Allievo di C. Lonati e C. Vidusso, vinse nel 1960 il primo premio al concorso «Chopin» di Varsavia. Dopo inizi incerti, dalla metà degli anni '60 si mise in luce rapidamente, fino a imporsi come uno dei maggiori pianisti del secolo. È interprete lucido e razionale, dotato di tecnica trascendentale, ma soprattutto di capacità di analisi sia del testo sia delle tradizioni interpretative, e sa rendere con estrema chiarezza il senso della struttura musicale e delle sue dinamiche interne. Il suo repertorio spazia dai classici alla musica del Novecento, alla quale si è dedicato con un'assiduità inusuale per i grandi pianisti di oggi, presentando non solo Bartók, Stravinskij, Prokof'ev, Schönberg, ma anche Boulez (Sonata n. 2), Stockhausen, Nono, Manzoni. È tornato costantemente su Beethoven, Schubert, Chopin, Schumann (anche in incisioni discografiche, fra cui spiccano quelle delle ultime Sonate e dei cinque Concerti beethoveniani); più recentemente si è accostato a Debussy e Liszt, e saltuariamente anche a Bach, Mozart e Brahms. Ha collaborato con i principali direttori d'orchestra, soprattutto con Abbado.