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Il fascino dei versi risiede nei colori e negli odori nostalgici dei luoghi, nell'obra della morte e dell'amore, della lontanaza, delle parole che Pavese sa scegliere accuratamente per creare immogini.
Poesie meravigliose
Avevo avuto già modo di approcciarmi con la scrittura di Pavese al liceo, quando lessi “La luna e i falò”. Lo avevo apprezzato, ma non mi aveva lasciato niente di particolare dentro (probabilmente ora lo farebbe), e mi ero promessa di rileggere Pavese qualche anno dopo per apprezzarlo di più, e così è stato. Nei versi ho percepito un Pavese diverso da quello che avevo compreso in passato, e ne sono estasiata. Sono poesie che si leggono velocemente, nonostante i temi forti. Una poesia tira l’altra, non ne puoi fare a meno di continuare a sfogliare e a immergerti nei versi di questo grande scrittore italiano. Verrà la morte e avrà i tuoi occhi è un omaggio struggente a Constance Dowling, l'attrice americana che lo aveva abbandonato, queste poesie, scritte in un mese di tormento, preannunciano la fine di ogni speranza. Per Pavese, l'amore non corrisposto equivale alla morte dell'anima. Un intellettuale geniale, tormentato da un vuoto incolmabile: l'assenza dell'amore. […] Verrà la morte e avrà i tuoi occhi. Sarà come smettere un vizio, come vedere nello specchio riemergere un viso morto, come ascoltare un labbro chiuso. Scenderemo nel gorgo muti. In 'Verrà la morte e avrà i tuoi occhi', Pavese intreccia in modo indissolubile i temi dell'amore e della morte. Il poeta, ossessionato dalla fine di una relazione sentimentale, vede nella morte l'unica via d'uscita da un dolore inestinguibile. La fine dell'amore diventa così una metafora della fine della vita stessa. ❤️🩹
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