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Van Gogh secondo Schnabel, il ritratto umano di un'anima errante e della sua ricerca di un posto nella società
È di sole che ha bisogno la salute e l'arte di Vincent van Gogh, insofferente a Parigi e ai suoi grigi. Confortato dall'affetto e sostenuto dai fondi del fratello Theo, Vincent si trasferisce ad Arles, nel sud della Francia e a contatto con la forza misteriosa della natura. Ma la permanenza è turbata dalle nevrosi incalzanti e dall'ostilità dei locali, che biasimano la sua arte e la sua passione febbrile. Bandito dalla 'casa gialla' e ricoverato in un ospedale psichiatrico, lo confortano le lettere di Gauguin e le visite del fratello. A colpi di pennellate corte e nervose, arriverà bruscamente alla fine dei suoi giorni."Premi
Festival del Cinema di Venezia 2019 - Coppa Volpi per la migliore interpretazione maschile (Willem Dafoe)
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Un film toccante e interpretato da un magistrale Willem Dafoe. In questo film, più che in ogni altro adattamento letterario e cinematografico sulla vita di Van Gogh, lo spettatore viene immerso nell'interiorità instabile e sofferente del pittore. Tutto è visto dalla prospettiva di Van Gogh: i volti perplessi di chi lo biasima, i paesaggi dai colori sgargianti, le immagini che sbiadiscono quanto cade in crisi. Probabilmente si basa su questo presupposto la povertà di inquadrature fisse: lo sguardo si sposta senza tregua, l'immagine vibra, tende a sdoppiarsi; un espediente efficace per comunicare instabilità e irrequietezza, ma a parer mio diventa disorientante, a tratti fastidioso.
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