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Anno edizione: 2021
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Libro finalista al Premio Napoli. Narrativa 2022
Massimo Zamboni ci accompagna in questo viaggio nel tempo, a partire da quella piccola Pietroburgo nostrana dove ancora oggi campeggia il busto di Lenin, facendoci precipitare in un'epoca in cui tutto sembrava possibile, persino la rivoluzione.
«E se non saremo noi a vederla trionfare, e se non sarà da noi e avrà altri nomi forse, altri modi, chissà dove, duecento, trecento, mille anni, vedrete: la trionferà.»
Essere comunisti a Cavriago voleva dire usare testa e mani per costruire tutti assieme il proprio cinema, la propria balera, il proprio futuro, in nome dell'emancipazione dell'umanità. Ma anche spedire un telegramma a Lenin e nominarlo sindaco onorario, scontrarsi coi cattolici per il film su Peppone e don Camillo, disperarsi per la morte di Stalin, servire lambrusco e rane fritte alla festa dell'Unità. Essere comunisti era prima di tutto un sentimento: sapere di essere dalla parte giusta del mondo. Massimo Zamboni ci accompagna in questo viaggio nel tempo, a partire da quella piccola Pietroburgo nostrana dove ancora oggi campeggia il busto di Lenin, facendoci precipitare in un'epoca in cui tutto sembrava possibile, persino la rivoluzione.
«E se non saremo noi a vederla trionfare, e se non sarà da noi e avrà altri nomi forse, altri modi, chissà dove, duecento, trecento, mille anni, vedrete: la trionferà.»
Attraverso la storia incredibile di una terra dove la fedeltà al Partito era sacra e il vento dalla Russia soffiava forte, Massimo Zamboni fa i conti con la grande utopia del Novecento in modo davvero originale: al centro di questo appassionato racconto corale, ci sono l'Emilia e la cittadina di Cavriago, e le peripezie dei suoi abitanti. Quando nel 1919 spedirono un telegramma di solidarietà alla Russia rivoluzionaria e qualche mese dopo, nel giorno della fondazione dell'Internazionale comunista, Lenin nel suo discorso lodò il coraggio di «quell'angolino sperduto», che aveva cercato invano sulla carta geografica. O quando parteciparono alla «conferenza del secolo» al teatro di Reggio Emilia: un dibattito sull'opportunità di concedere l'autorizzazione alle riprese del film su Peppone e don Camillo. O quando, nel 1970, inaugurarono con «un brivido di commozione» il busto di Lenin nella piazza del paese, davanti a una delegazione ufficiale del Pcus. Per poi saltare fuori dai loro letti caldi a montare la guardia al monumento di bronzo minacciato da qualche tentativo di decapitazione. Sognatori e realisti, gente con la testa dura e un senso fortissimo di fratellanza, i protagonisti di questa storia sono donne e uomini dall'inesausta passione politica, cittadini del grande mondo, nelle cui vicende c'è tutta la forza e la persistenza, infine la nostalgia, di quello slancio ideale, folle e meraviglioso che li faceva sentire di essere dalla parte giusta. Con «una dose di commozione, una di sarcasmo, una di pratico ed emiliano senso di disincanto», Massimo Zamboni ha spesso scritto e cantato la dissoluzione di quel tempo, ma qui ce lo spalanca di fronte agli occhi intatto e pieno di vita, di rabbia e struggimento, regalandoci l'epica di una memoria da cui ripartire, l'epica di una terra dove la bandiera rossa sventolava piú in alto di tutti.
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Con uno stile scorrevole, il lettore viene accompagnato attraverso le vicende storiche, tutt'altro che provinciali, della piccola cittadina di Cavriago. I suoi abitanti, che da sempre hanno mantenuto i piedi ben saldi alla terra emiliana e lo sguardo rivolto a un orizzonte internazionale, diventano buoni compagni di viaggio a cui ci si affeziona, alle cui lotte si partecipa, dei cui successi si gioisce fino all'ultima pagina. Solo Massimo Zamboni poteva trovare l'equilibrio perfetto tra romanticismo e ironia con cui narrare questi eventi e corredarli da una minuziosa documentazione storica.
Primo libro letto della terzina finalista del Premio Napoli 2022 😄 ho voluto iniziare dal libro di cui sapevo meno, ragion per cui la scelta è caduta su "La Trionferà" di Massimo Zamboni, già membro del gruppo punk rock CCCP. • "La trionferà" non è che un viaggio nel tempo, dagli albori del socialismo e del comunismo in Russia fino ai giorni nostri, vissuti però nel comune di Cavriago, il "comune più rosso" dell'Emilia rossa, dove alle elezioni i voti per il partito comunista raggiungevano vette quasi plebiscitarie, tali da attirare anche le attenzioni di Lenin, che risponderà a una missiva dei politici del tempo. Vedremo poi cosa succede nel corso della Storia con l'affermarsi del fascismo e le azioni di repressione somministrate in maniera barbara dal regime, vedremo il comune nel dopoguerra dare in escandesceze per le riprese del film "Don Camillo", reo di dare un'immagine stereotipata del partito... Zamboni racconterà poi con le sue memorie dirette l'affermarsi e i contrasti del gruppo rock di cui era parte, e racconterà degli effetti del rompersi del sogno comunista con la caduta del muro di Berlino... • Un'opera, questa, che è un atto d'amore irriducibile, solido nel tempo pur subendone le intemperie: sempre "Fedele Alla Linea", come si trova sulle copertine dei dischi della band emiliana. Un atto d'amore verso l'ideale e verso il paese, ancorato candidamente alle mire più nobili del partito, ma che ha dovuto anche fare i conti con chi questi sogni li ha prima vilipesi e poi infranti (la Russia di Stalin in primo luogo).
Per chi vuole capire come una piccola cittadina ai confini di Reggio possa essere stata, nel novecento abbondante, una "roccaforte" di tutte le tipicità dell'Emilia Rossa, questo è IL libro da leggere. Cavriago, la cittadina in questione, è stata una perla riconosciuta ufficialmente dall'URSS. Un libro da non perdere per le persone che amano la storia della politica italiana applicata al territorio; mai noioso nè ripetitivo. Bravo Zamboni. Lo consiglio caldamente.
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