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Anno edizione: 2014
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Eschilo racconta della Guerra di Salamina dalla parte dei Persiani, e ci riesce perfettamente a cogliere quella disfatta e tragedia che subirono. Personalmente amo quando il messaggero racconta della guerra. Non vi dico altro, ma è un'opera da rimediare subito. Breve e coinvolgente
Dal titolo ci si aspetterebbe un'opera di stretta attualità, invece Temistocle non è mai nominato e gli Ateniesi si confondono con gli altri Greci. Eschilo tratta l'argomento dal punto di vista dei vinti: i protagonisti sono i Persiani, che passano dall'inquietudine alla disperazione e l'elemento costitutivo del dramma vissuto è la graduale scoperta del suo significato, he coincide con la progressiva comprensione del ruolo svolto dalla giustizia divina: vi è un sogno profetico, un morto che risuscita (il vecchio re Dario), il coro dei vecchi persiani al principio ha paura perché sa che Serse forse è caduto nella trappola tesa dagli dei a coloro che vogliono mandare in rovina. Dietro a Serse, invisibile, appare una presenza divina dai disegni minacciosi: "Sovrumana forza frantumava l'armata" dice il messaggero. La regina Atossa e il coro percepiscono che tale malasorte deve essere espressione della collera divina, ma spetta al defunto Dario svelare la verità: nel mezzo della tragedia, il padre di Serse risorge dalla tomba e, quando viene a sapere da Atossa che Serse, per sua audacia e empietà, "ha stretto collare alla gola del varco marino", vi riconosce l'intervento divino: Ate, la follia, di cui Serse è preda, non solo violando la natura con un ponte di barche, ma anche devastando i templi degli dei di Atene dopo l'occupazione della città.
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