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Bello
Bella la parte sul ventennio, interessante quella sul covid. Consiglio la lettura
Incredibile ma vero, nell’Italia del 2020 c’è ancora chi afferma che il dittatore fascista Benito Mussolini abbia fatto anche cose buone, basando tutto ciò su una serie di inesattezze storiografiche che continuano a trovare diffusione ancora oggi. Questa volta è addirittura il noto giornalista Bruno Vespa a compiere questa “leggerezza” in occasione della pubblicazione del suo ultimo libro “Perché l’Italia amò Mussolini”, ospite della tv di Stato per presentare la sua ultima opera che sembra contenere, stando alle sue affermazioni, una serie di gravi inesattezze storiche sulle presunte gesta del regime fascista in Italia. Ospite alla trasmissione televisiva Agorà, il conduttore di Porta a Porta afferma infatti che: “Mussolini ha avuto un consenso enorme, all’estero e anche in Italia, per le sue opere sociali, parliamoci chiaro. Mussolini ha fatto la settimana di quaranta ore: chi lo sa tra gli italiani che la prima settimana di quaranta ore l’ha fatta Mussolini? Non lo sa nessuno. L’INPS l’ha inventato Mussolini: quanti lo sanno? I contratti nazionali, anche quello giornalistico – i giornalisti erano pagati benissimo -, c’erano tutti gli intellettuali antifascisti che stavano a libro paga del regime. Era un sistema complesso.” Peccato che si tratti di una serie di inesattezze, se non addirittura di falsità, che è opportuno correggere prima che qualche compatriota ci creda per davvero: – Il primo contratto nazionale dei metalmeccanici fu firmato 1919, mentre il golpe del Re che portò al potere Mussolini fu nel 1922. Quindi è assolutamente falso che Mussolini introdusse in contratto nazionale. – L’INPS nacque nel 1898 come “Cassa Nazionale di previdenza per l’invalidità e per la vecchiaia degli operai” (Legge 17 luglio 1898, n. 350) e nella forma attuale nel 1919. Nel 1933, sotto il regime, gli venne semplicemente cambiato nome. – Le 40 ore settimanali in Italia furono raggiunte dopo l’autunno caldo del 1969. Nel 1923 una legge già voluta da Giolitti a seguito dei contratti nazionali già firmati stabilì orario giornaliero di 8 ore per 6 giorni cioè 48 ore settimanali più gli straordinari. – Nel 1925 Mussolini ABOLÌ la contrattazione nazionale libera, vietò i sindacati indipendenti e obbligò tutti i lavoratori ad aderire ai sindacati fascisti di cui facevano parte anche i padroni. Quindi non solo l’affermazione di Vespa è falsa, ma è vero l’esatto contrario. – Nel 1927 Mussolini stabilì per legge che le donne prendessero il 50% della paga di un uomo. – Nel 1929 per sostenere la quotazione della lira ( austerità monetaria) Mussolini decise il taglio dal 15 al 30% delle retribuzioni nominali. Anche se non si è uno storico, e senza ombra di dubbio Bruno Vespa non lo è, sarebbe stato sufficiente fare delle veloci ricerche in rete (non diciamo sulle fonti originali, per carità) per appurare questi fatti prima di scrivere un libro su Mussolini. Ma Vespa, evidentemente, non ha trovato il tempo necessario.
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