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Anno edizione: 2021
Anno edizione: 2021
Anno edizione: 2023
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Le parole, nel loro uso pubblico e privato, sono spesso sfigurate, a volte in modo doloso, altre volte per inconsapevolezza. Un insostituibile libro politico che segnala le ferite del nostro linguaggio, ma indica anche le strade possibili della sua liberazione.
Rosa Luxemburg diceva che chiamare le cose con il loro nome è un gesto rivoluzionario. In un’epoca come la nostra, quando la democrazia vacilla e la sfera pubblica deve contenere i canali labirintici dei social, l’uso delle parole può produrre trasformazioni drastiche della realtà. Attraverso il linguaggio si esercita il potere della manipolazione e della mistificazione. Perciò le parole devono tornare a aderire alle cose. Manomissione, certo, significa danneggiamento. Ma nel diritto romano indicava la liberazione degli schiavi. Questo libro si misura con tale ambivalenza: del nostro linguaggio indica le deformazioni, ma anche la possibilità delle parole di ritrovare il loro significato autentico. È la condizione necessaria per un discorso pubblico che sia aperto e inclusivo. La manomissione delle parole era apparso nella sua prima edizione undici anni fa. Era un’altra epoca e, allo stesso tempo, era l’inizio di questa epoca. Il linguaggio era quello dell’ascesa di Berlusconi, che è divenuta la premessa di nuove manomissioni. Perciò il testo è stato storicizzato e aggiornato, con le nuove torsioni della lingua prodotte dall’avanzata populista. Sono sei i pilastri del lessico civile che questa guida anarchica e coraggiosa riscopre: vergogna, giustizia, ribellione, bellezza, scelta, popolo. A partire da queste parole chiave Gianrico Carofiglio costruisce un itinerario profondo e rivelatore attraverso i meandri della lingua e del suo uso pubblico. In un viaggio libero e rigoroso nella letteratura, nell’etica e nella politica, da Aristotele a Bob Marley, scopriamo gli strumenti per restituire alle parole il loro significato e la loro potenza originaria. Salvare le parole dalla loro manomissione, oggi, significa essere cittadini liberi.
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Non ho letto la prima versione di una decina di anni fa. Questo è un aggiornamento alla luce degli sviluppi della politica italiana. Si esaminano parole quali vergogna, giustizia, scelta, bellezza. L'autore sceglie parole chiave per vivere insieme, per essere una polis. Ma il significato viene perso, travisato, manipolato, alterato. Una lettura da fare, e anche se tanto già lo si sa o lo si intuisce, va bene seguire Carofiglio nella sua denuncia.
Vergogna, giustizia, ribellione, bellezza, scelta e popolo, sono queste le parole smontate e rimontate da Carofiglio in questo breve saggio che non è un saggio in cui, come al solito, abbonda nelle citazioni. Non è che non mi sia piaciuto, scorre bene e le cose che scrive, soprattutto quelle riferite all'attualità politica, sono assolutamente condivisibili, però non so, non capisco l'esigenza di questo ulteriore volume di uno scrittore veramente forse troppo prolifico. Dello stesso autore ho apprezzato di più "Della gentilezza e del coraggio".
Versione aggiornata del libro di Carofiglio con interessanti applicazioni alla realtà attuale. Riflessioni utili a un uso più oculato e attento delle parole: "Le nostre parole sono spesso prive di significato. Ciò accade perché le abbiamo consumate, estenuate, svuotate con un uso eccessivo e soprattutto inconsapevole. Le abbiamo rese bozzoli vuoti. Per raccontare, dobbiamo rigenerare le nostre parole. Dobbiamo restituire loro senso, consistenza, colore, suono, odore:"
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