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Anno edizione: 2017
Anno edizione: 2017
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Sicuramente ha uno stile di scrittura unico, ma la storia non mi ha appassionato
Il romanzo è una sorta di rivisitazione in chiave moderna dell’Amleto shakespeariano, qui infatti il protagonista assiste alla pianificazione (e poi all’attuazione) dell’omicidio del padre John da parte della madre Trudy e dello zio Claude. L’aspetto più interessante però sta nel fatto che il protagonista è un nascituro, è il feto portato in grembo proprio da Trudy che quindi ha un punto di vista privilegiato sulle vicende, soprattutto in merito alla cospirazione dei due amanti. La scelta del punto di vista è davvero azzeccata perché la narrazione delle vicende avviene attraverso un’ottica originale e curiosa. Curioso è anche il modo di esprimersi del narratore, che, pur non essendo ancora venuto al mondo, sembra essere a coscienza di tutte le logiche umane; la sua voce è tutt’altro che ingenua, anzi si esprime con lucidità e in maniera persino sofisticata, è in grado di cogliere dettagli sulla vita e su ciò che lo circonda, ragionando su “la vita dopo la nascita” e cercando di inquadrare i soggetti coinvolti nella cospirazione. Tutto questo sembra paradossale infatti è ciò che meno si addice ad un piccolo esserino non ancora venuto al mondo, eppure, è in questa scelta che sta la chiave dell’opera, la sua originalità, il suo rendere omaggio all’Amleto pur differenziandosene. Il linguaggio è tutt’altro che moderno, è raffinato e onesto e non manca mai una dose di pungente ironia. Nel complesso infatti, pur trattandosi di una tragedia, il romanzo fa sorridere per via della bizzarria delle espressioni e dei ragionamenti del feto, coerenti nella sua, se pur limitata, visione del mondo. Il feto studia attraverso i pochi mezzi che ha a disposizione il mondo attorno a lui, le persone che lo circondano, si interroga sulle scelte degli altri, sulla sua identità e sul suo potenziale, la visione che ha del mondo è quindi inevitabilmente un po’ narcisistica: si sente determinante nella storia, desideroso di prendere parte agli eventi, quando nella realtà non fa che subire le azioni altrui. Molte sono inoltre le tematiche che riprendono l’opera shakespeariana: la vendetta, l’amore materno, il tradimento, l’identità. Un legame che ha molto risalto nel romanzo è quello che il nascituro ha con la madre, si tratta di un legame indissolubile, atavico e contraddittorio perché il feto pur amando la madre, sente l’esigenza di vendicare il padre, una vendetta però inattuabile. Non sono in grado di esprimere appieno tutto ciò che questa lettura ha suscitato in me, è di certo un romanzo originale e magistrale è la penna di McEwan, si tratta di una storia intensa che scuote gli animi e non lascia indifferente il lettore, nel bene o nel male. Nel mio caso, assolutamente nel bene, consigliatissimo.
Ci sono tanti punti di vista da cui si può giudicare il mondo ma quello di un bambino che deve ancora nascere è oggettivamente parecchio insolito. E non si può dire che la realtà che il protagonista percepisce dalla sua postazione gli faccia venire una grande smania di nascere. McEwan non finisce mai di stupire riuscendo ogni volta a creare universi nuovi con regole fatte su misura. Il suo stile però è sempre riconoscibile: lucido, graffiante e a tratti ironico fino a essere spietato. Il finale forse è un po' telefonato ma non siamo di fronte a un giallo... qui c'è molto di più. Assolutamente da leggere.
Recensioni
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