Meno di zero

Se mi dovessero chiedere cosa mi ha lasciato questo libro direi: Una voragine incolmabile. Ricordo quando lo finii di leggere, rimasi una mezz’ora buona a fissare il soffitto. I giovani ricchissimi di Los Angeles sono apatici, perversi, totalmente privi di una morale. Passano la loro esistenza tra feste, droga, promiscuità sessuale, in una totale dissolutezza. È un libro che sembra un film, uno di quei film che ti fa provare così tanto con così poco. Non so come esprimere questo concetto ma forse si potrebbe definire “economico”, non perché scarno dí concetti anzi tutt’altro ma perché con una sola frase riesce a farti provare un caleidoscopio di emozioni mischiate che ti svuotano fino alla totale apatia verso la vita. È un libro che mi fece male, molto male, esprimeva ciò che ho sempre visto anche nella mia generazione, ma che non ho mai avuto il coraggio di accettare, o meglio che non ho mai avuto il coraggio di vedere fino infondo. Mi fece più male anche di American Psycho perché pensai che prima o poi la smetteremo di uccidere fidanzate con la motosega, la smetteremo anche di sperperare soldi a Rodeo Drive o di cenare in ristoranti esclusivi, ma difficilmente usciremo da quel pantano in cui siamo immersi chiamato vita.

Iniziato dopo Schegge (che ho letto avidamente) per ritrovare la creazione letteraria del protagonista, sono rimasta un po' delusa trovandomi di fronte una bozza dell'ultimo romanzo. Lo stile è sempre accattivante e capace di trascinare il lettore in questo nichilismo dei sensi, ma la trama rispecchia un po' il mood della letteratura "giovane" dell'ultimo ventennio del secolo scorso.

Non ho ancora avuto il piacere il leggere il libro ma l'edizione è davvero carina