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Anno edizione: 2018
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Un romanzo originale e pieno di mistero, nel quale le macchine sono strumenti di potere e la tecnologia l'unica vera religione. Da questo romanzo il film di Peter Jackson.
Già pubblicato con il titolo The Hungry City.
«Tu non sei un eroe, io non sono bellissima, e forse non vivremo sempre felici e contenti. Ma siamo vivi e siamo insieme. E insieme ce la faremo!»
In un futuro prossimo post-apocalittico, in seguito a un olocausto nucleare che ha causato terribili sconvolgimenti geologici, le città sono diventate enormi ingranaggi a caccia di altre città di cui cibarsi per sopravvivere. Tom, giovane Apprendista Storico di Terza Classe, lavora nel museo di Londra, una delle città più potenti. Un caso fortuito porta il ragazzo a sventare il piano omicida di Hester, una giovane orribilmente sfigurata che attenta alla vita del capo della Corporazione degli Storici, l'archeologo Valentine. Prima che la misteriosa ragazza si dilegui, Tom riesce a farsi rivelare la sua identità. Ma, da quel momento, da eroe si trasforma in preda.
Recensioni pubblicate senza verifica sull'acquisto del prodotto.
Il titolo del romanzo post-apocalittico dello scrittore (e illustratore) britannico Philip Reeve prende spunto da un verso dell’Otello di William Shakespeare (“mortal engines quartet”): Macchine mortali viene pubblicato dalla Scholastic Children’s Books nel 2001. Da noi arriva tre anni dopo, viene ritirato dal commercio e poi pubblicato altre due volte, anche con diverso titolo: l’ultima è l’edizione a cura di Arnoldo Mondadori Editore. Il romanzo steampunk di cui parliamo ha vinto il Nestlé Smarties Book Prize 2002 e avviato una saga che conta a oggi tre sequel (gli ultimi due inediti da noi) e una trilogia di prequel (anch’esso inediti da noi). Pur rifacendosi ai recenti classici distopici young-adult (su tutti, chiaramente, Hunger Games) Macchine mortali moltiplica i suoi protagonisti. Non abbiamo a che fare con una sola ragazza, ma con ben due coppie di ragazze e di ragazzi, tutti adolescenti, e nessuno destinato a concludere il proprio percorso formativo da eroe. Non nel presente volume, quantomeno. Questo stratagemma serve a Reeve per alternare le ambientazioni, i punti di vista, quindi giocare con i colpi di scena e incalzare con un ritmo sempre più adrenalinico. Nonostante tutto alcune dinamiche narrative e deus ex machina siano piuttosto abusati (fortuiti salvataggi, inaspettate redenzioni…). Purtroppo, come detto, non tutte le storyline culminano perfettamente e almeno quella di un paio di personaggi si conclude troppo frettolosamente. In questo modo Reeve sacrifica le possibilità offertegli dalla doppia love story, e che avrebbe potuto fargli aggiornare il tipico schema “lei combattuta da due lui: quello figo e quello depresso“. Altro che Guerra dei Cent’anni, grazie alle armi nucleari l’uomo si è giocato tutto nella Guerra dei Sessanta Minuti. L’autore sfrutta quest’idea per motivare il classico scenario da deserto post-atomico canonizzato dalla saga di Mad Max e ripresa da Ken il guerriero. Stavolta però a darsi la caccia non sono guerrieri furiosi ma gigantesche città meccaniche affamate come belve. Fra ascensopolitana, escrementi riciclati e affari Old-Tech, Reeve gioca con il futuro usato tipico di Star Wars. Ambienta la storia in un lontanissimo futuro: le nuove generazioni si sa..ranno dimenticate delle nostre civiltà, e venerano come nuovo dio Nicholas Quirke (addirittura gli dedicano Quirke Circus e lo inseriscono nelle imprecazioni), colui che si è fatto venire l’idea del darwinismo urbano. Questo succede a Londra, una città continuamente presidiata dalle marce dei Beefeaters, comici quanto letali sulla falsariga degli Stormtrooper...
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