Ludovico Quaroni è una delle figure più rappresentative dell'architettura italiana, oltre a essere stato un saggista e un docente universitario.
Si laurea a Roma e si abilita presso il Politecnico di Milano. Nel 1935 inizia l'attività professionale insieme a Mario Ridolfi, Francesco Fariello, e vince il secondo premio al concorso per le nuove preture unificate di Roma, con Saverio Muratori, per il Palazzo dei Congressi e la Piazza Imperiale all'E42 a Roma.
Pur continuando a lavorare a grandi progetti urbanistici, Quaroni si dedica anche all'insegnamento ai corsi di architettura delle università di Roma, Napoli e Firenze.
Nel 1944 partecipa alla guerra in Etiopia e al secondo conflitto mondiale, ma caduto prigioniero degli inglesi viene internato in India, dove rimane per cinque anni, tenendo corsi tecnici e di urbanistica per i geometri prigionieri.
Dal 1947 al 1951 è vicepresidente dell'Istituto Nazionale di Urbanistica e sviluppa il suo impegno nella redazione di alcuni piani urbanistici, come quelli di Ivrea (1952), Roma (1954), Ravenna (1956-57), Cortona (1957) e Bari (1965), nonché nel progetto del quartiere delle Barene di San Giuliano a Mestre nel 1960.
Occupa la carica di vicepresidente dell'Inu, Istituto nazionale di urbanistica e nel 1956 riceve il Premio Olivetti per l'urbanistica.
Tra le sue numerose opere ricordiamo Torre di babele (1967), Progettare un edificio (1977), La città fisica (1981) e La cultura del progetto (1987).
Ha ricevuto numerosi riconoscimenti quali la targa Inarch per il miglior progetto in Basilicata, in Abruzzo e per il miglior progetto in Emilia-Romagna. Nel 1969 è stato membro del Consiglio superiore dei beni culturali e ambientali.