(Besançon 1780 - Parigi 1844) scrittore francese. Curioso di tutto, fu entomologo, bibliofilo, filologo, giornalista e critico spesso soggetto a ripensamenti; declamazioni libertarie si riscontrano nel primo romanzo I proscritti (Les proscrits, 1802), suggestioni wertheriane nel successivo romanzo Il pittore di Salisburgo (Le peintre de Salzbourg, 1803), reminiscenze libertine settecentesche nel racconto L’ultimo capitolo del mio romanzo (Le dernier chapitre de mon roman, 1803). Dalle posizioni di critico classicista passò, verso il 1818-20, a un sicuro anche se discreto impegno romantico. Egli ha un posto notevole nella storia della cultura anche come fondatore del «primo cenacolo» romantico. E se, sotto l’influenza dei Masnadieri di Schiller, pubblicò un altro romanzo libertario, Jean Sbogar (1818), trovò poi uno spazio alla sua sensibilità vibratile e inquieta nella composizione di Smarra ovvero i Demoni della notte (Smarra ou les Démons de la nuit, 1821), romanzo nel gusto di un romanticismo frenetico e macabro, in cui si esprime anche un’originale consapevolezza dello stato onirico come straordinario metodo di conoscenza. Il racconto Trilby ovvero il folletto d’Argail (Trilby ou le Lutin d’Argail, 1822) riconferma tale originalità dello scrittore, che assume il sogno come stato paritario e compensatorio rispetto alla realtà della veglia. Nel 1824 N. fu nominato bibliotecario dell’Arsenal e ben presto il salotto letterario omonimo lo vide ospite amabile e punto di riferimento per i romantici; ma verso il 1830 cominciò per N. un periodo critico, caratterizzato da turbe nervose che le difficoltà economiche e le frustrazioni affettive contribuirono ad accentuare. La sua attività saggistica di questi anni, raccolta nelle Fantasticherie (Rêveries, 1832), esprime amarezza e un pessimismo talora visionario; la strada della salvezza è invece individuata in opere fantastiche, troppo spesso giudicate, riduttivamente, semplici fiabe. Con La fata delle briciole (La fée aux miettes, 1832), Inès de Las Sierras (1837), La novena della Candelora (La neuvaine de la Chandeleur, 1838), per citare solo alcuni «contes», N. ha dato un notevole contributo alla letteratura fantastica, ricco di implicazioni drammatiche.