(Bellano, Como, 1790 - Milano 1853) poeta e romanziere italiano. Avviato alla carriera ecclesiastica, lasciò il seminario e si laureò in legge a Pavia per poi stabilirsi a Milano e dedicarsi alla letteratura. Nel 1815 scrisse una satira dialettale antiaustriaca, la Prineide, che, sebbene anonima, gli attirò l’attenzione della polizia. In dialetto è anche la novella in versi La fuggitiva, apparsa nel 1816, che l’anno seguente il poeta stesso tradusse in lingua. Amico di Porta e di Manzoni, a partire dal 1822 fu stabilmente ospitato in casa di quest’ultimo. Nel 1820 aveva pubblicato, con grande successo, un’altra novella in versi, Ildegonda, cui nel 1837 seguì Ulrico e Lida; nel 1826 apparvero i primi canti del poema I lombardi alla prima crociata; nel 1834 il romanzo storico Marco Visconti. Nel 1838, sposatosi, G. si dedicò esclusivamente alla professione di notaio. Temperamento inquieto, incline alle accensioni visionarie di un romanticismo appassionato, ma al tempo stesso assai sensibile a esigenze di compostezza e decoro formale, G. può essere apprezzato, ancor oggi, come lirico creatore di ritratti femminili. In essi vibra un bisogno di autenticità affettiva che si scontra con il costume familiare e civile imposto dalla tradizione: timida rivolta che conduce irreparabilmente le sue eroine alla frustrazione, alla follia, alla morte.