Simone de Beauvoir è stata scrittrice, saggista, filosofa ed insegnante francese. Considerata una delle madri del femminismo, fu compagna per quasi tutta la vita del filosofo esistenzialista Jean-Paul Sartre, di cui condivise anche alcune dottrine, in un fecondo e brillante dialogo durato più di cinquant'anni.
Nata da una famiglia alto-borghese di Parigi in una notte del 1908, la piccola Simone si deve ben presto adattare ad uno stile di vita più scarno, dato dalla bancarotta del nonno paterno. Tutta la famiglia, in seguito al triste evento, abbandonerà l'arioso appartamento di Boulevard Montparnasse per trasferirsi in uno più piccolo e periferico, in Rue de Rennes. Simone e la sorella Hélène vivono anni di notevoli ristrettezze economiche, eppure la famiglia non rinuncia alle consuetudini borghesi così ben radicate nella tradizione: le vacanze dai nonni paterni e dalla zia, nella campagna francese. Grazie a questi soggiorni la giovane de Beauvoir dimostra ben presto una grande passione per la natura, accompagnata da un'altrettanto notevole propensione per lo studio. Iscritta all'Istituto cattolico Cour Désir, si distingue per gli ottimi voti, e decide di continuare a studiare per dedicarsi all'insegnamento, allontanandosi nel contempo dalla religione. Si iscrive a 22 anni alla Sorbona, e si laurea con una tesi su Leibniz. Già negli anni universitari, grazie al cugino Jacques Champigneulle, Simone si appassiona ad autori considerati ribelli ed anticonformisti, quali Gide, Proust e Radiguet. Inoltre, una sua amica si fidanza con il futuro grande filosofo Maurice Merleau-Ponty: entrambe vengono ex-poste ancora di più al fervore culturale di quegli anni. Nel 1929 accadono due cose importanti: Simone ottiene l'idoneità di insegnamento in Filosofia, riservata ai migliori allievi di tutta la Francia; e incontra colui che, senza matrimonio nè convivenza, sarebbe diventato il compagno della sua vita: il filosofo esistenzialista Jean-Paul Sarte. Della loro relazione si parlerà moltissimo: certo è che grazie a Sarte, la de Beauvoir conosce Lévi-Strauss, Aron e Nizan, e nel 1960 incontrerà Ernesto Che Guevara. Dal 1930 inizia ad insegnare a Marsiglia, Rouen e Parigi, dove terminerà la propria carriera di insegnante nel 1943, per una relazione con una sua studentessa. A questo proposito, nel 1977 sottoscriverà insieme a Sartre, Focault, Derrida e Barthes una petizione indirizzata al Parlamento, per chiedere la depenalizzazione di qualsiasi rapporto consenziente tra adulti e minori di quindici anni. Ovviamente non verranno ascoltati.
Non potendo più insegnare, Simone inizia a viaggiare già dal 1930 con Sarte: molto importanti saranno le esperienze in Spagna, Grecia, Marocco e Italia per la sua formazione intellettuale. I due giovani vivono con partecipazione e curiosità i grandi eventi di quegli anni: il nazismo in Germania, la guerra civile in Spagna, la seconda guerra mondiale. Durante l'occupazione nazista di Parigi, Sartre e de Beauvoir rimarranno a Parigi, condividendo l'iscrizione al gruppo di resistenza "Socialismo e Libertà".
Finalmente la Francia viene liberata, e Simone entra nella redazione della rivista «Les Temps Modern», con Sartre, Leiris e Merleau-Ponty. Già nel 1947 si reca negli Stati Uniti per un ciclo di conferenze: incontra lo scrittore Nelson Agren, di cui si innamora. Va in Brasile, a Cuba, in Cina, in Unione Sovietica; e ritorna frequentemente in Italia con Sartre. Sono gli anni della sua opera forse più conosciuta (Il secondo sesso, 1949) e Simone de Beauvoir è oramai discussa in tutto il mondo per le sue posizioni: suscita grande ammirazione ma è anche al centro di furiose polemiche. Considerata appunto una delle ispiratrici del femminismo, seguirà il maggio 1968 con partecipazione e simpatia. Ma non basta: gli anni '70 la vedono in prima linea sulle problematiche "calde" del periodo. La scrittrice si schiera sulla dissidenza sovietica, sul conflitto arabo-israeliano, sull'aborto, sul Cile; è inoltre presidentessa della Lega dei diritti della Donna. Di questi anni è il saggio La terza età (1970), in cui viene lucidamente e coraggiosamente affrontato il problema della vecchiaia. Nel 1980 verrà a mancare Sarte, e l'anno successivo Simone darà alle stampe La cerimonia degli addii, cronaca degli ultimi anni di vita del celebre pensatore.
Il 14 aprile 1986 la de Beauvoir ci lascia: il suo corpo riposa nel cimitero di Montparnasse, accanto la compagno di una vita. Entrambi atei, Simone nel 1981 scrive «La sua morte ci separa. La mia morte non ci riunirà. È così; è già bello che le nostre vite abbiano potuto essere in sintonia così a lungo.»
Tra i suoi romanzi più significativi, ricordiamo L'invitata (1943), in cui viene affrontato il difficile tema dell'inserimento nella coppia dell'Altro; Il sangue degli altri (1945), incentrato sul tema della responsabilità, in tempo di pace e di guerra; I Mandarini (1954), con cui vince il Premio Goncourt; Una morte dolcissima (1964), racconto commosso della morte della madre e il già citato La cerimonia degli adii (1981), in cui Simone racconta la morte per lei più straziante. Dal 1958 inoltre si dedica alla propria autobiografia, che uscirà in quattro volumi: Memorie di una ragazza perbene (1958), L'età forte (1960), La forza delle cose (1963) e A conti fatti (1972). Donna di fine intelletto, de Beauvoir si distingue anche per l'importante produzione di saggistica: Il secondo sesso (1949) l'ha fatta conoscere in tutto il mondo. Un saggio che ha sicuramente segnato una svolta nella considerazione della donna, e ha aperto una discussione radicale sulla condizione femminile. Da segnalare anche La terza età (1970). In Italia le opere di Simone de Beauvoir sono state pubblicate da Garzanti, Mondadori ed Einaudi.