(fine sec. XI - inizio sec. XII) cronista antico-russo. Monaco del monastero delle Grotte di Kijev, fu l’autore di un’imponente opera di sintesi, rielaborazione, correzione e ampliamento del materiale annalistico raccolto per circa un secolo nel monastero kijeviano. N. diede al vasto materiale di cui disponeva il nome di Cronaca degli anni passati e vi premise un’introduzione generale che avvicina l’opera alla trattatistica storica del medioevo cristiano. Opera «collettiva», nata dal paziente lavoro di varie generazioni di monaci, la Cronaca (che si apre con la spartizione del mondo tra i figli di Noè per inserire subito dopo il racconto delle vicende degli «anni passati» delle terre russe, fino agli avvenimenti contemporanei a N.) riassume le caratteristiche religiose della letteratura antico-russa, anche se nella narrazione, scandita unicamente dall’ordine cronologico, confluiscono elementi di diversa origine: trattazioni geografiche, brani di racconti epici che riflettono ancora lo spirito pagano, documenti diplomatici, dialoghi diretti, leggende di santi, novelle d’ambiente claustrale, racconti di battaglia che preannunciano i toni del poema cavalleresco.Il corpus nestoriano subì altre due redazioni e venne in seguito inserito in successive compilazioni cronografiche: quello kijeviano, infatti, è solo il più antico e prestigioso ramo della vasta tradizione annalistica sviluppatasi in altri nuclei dell’antica Rus’ (Novgorod, Mosca, Suzdal’ ecc.). In questo panorama la Cronaca nestoriana spicca per la sua organicità espressiva, che assimila, inserendoli nella trama grammaticale slavo-ecclesiastica, stimoli stilistici diversi: da elementi linguistici locali a spunti della tradizione orale, a echi della cronachistica greca. N. è anche l’autore riconosciuto di due componimenti agiografici: la Lettura su Boris e Gleb e la Vita di Feodosij.