(Castello di Souliers, Creuse, 1601 - Parigi 1655) poeta e drammaturgo francese. Si chiamava in realtà François Tristan du Souliers ma cambiò nome per affermare una sua pretesa discendenza da Pietro l’Eremita, l’iniziatore della prima crociata. In seguito a un’adolescenza avventurosa, da lui narrata nel Paggio disgraziato (Le page disgracié, 1643), entrò al servizio di Gastone d’Orléans, e venne in contatto con gli ambienti del libertinismo erudito. Dedicatosi alle lettere, divenne famoso tanto come drammaturgo che come poeta. La sua Marianna (Marianne, tragedia), rappresentata nel 1636, riscosse un successo di pubblico non inferiore a quello riportato dal Cid. Pubblicò quindi La morte di Seneca (La morte de Sénèque, tragedia, 1644), La follia del saggio (La folie du sage, tragicommedia, 1644), Il parassita (Le parasite, commedia, 1653). Come poeta lirico scrisse aggraziatissimi versi nei quali analizzò la delicata complessità del sentimento amoroso ed espresse un gusto fresco e sottile per la natura (I lamenti di Acanto, Les plaintes d’Acanthe, 1633). Seguirono tra il 1641 e il 1648 altre raccolte: gli Amori (Amours), La lira (La lyre), i Versi eroici (Vers heroïques), in cui T. si rivela lirico raffinato, dall’ispirazione delicata e dall’espressione ricercata.Se la sua ispirazione è varia, come vari sono i generi e le forme trattati (stanze, odi, canzoni, epigrammi, sonetti, madrigali), e se dalla verve burlesca T. passa con disinvoltura sia ai più tipici artifici della poesia preziosa sia a un sincero naturalismo, la ricerca della sua autentica originalità non può però prescindere dalla presenza costante, nella sua scrittura, di un sostrato barocco che spiega sia il lungo oblio di T. sia l’attuale rivalutazione della sua opera.