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Anno edizione: 1974
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Seneca è forse il più moderno dei filosofi antichi. Di certo, il più vicino alla nostra sensibilità e al nostro gusto letterario. Pensatore non sistematico, nelle Lettere a Lucilio Seneca non propone un sistema filosofico cui conformare la propria vita, ma traccia piuttosto un itinerario, di cui ogni lettera è una tappa, verso la virtù e la vera libertà interiore, proponendosi come compagno di viaggio più che come maestro. Scrittore raffinato e fortemente innovativo, Seneca crea nelle Lettere uno stile particolarissimo, nervoso e inquieto, specchio di un’inesausta ricerca nei segreti dell’animo umano e nelle contraddizioni che lo lacerano. Luca Canali propone nell’introduzione una chiave di lettura della filosofia di Seneca alla luce delle sue tormentate vicende biografiche.
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"Lettere a Lucilio" di Lucio Anneo Seneca è un'opera che lascia un segno profondo su chiunque si avvicini ai suoi testi, sia per la densità del pensiero filosofico sia per la sua straordinaria modernità. Si tratta di una raccolta di lettere inviate da Seneca al giovane amico Lucilio, in cui il filosofo romano esplora temi universali come la virtù, la morte, la ricerca della serenità interiore, il valore del tempo e la natura della felicità. È un’opera che invita a vivere con consapevolezza e autocontrollo, facendo della filosofia uno strumento per affrontare le sfide quotidiane.
Caro Lucilio, con grande ardire e pari sfrontatezza oso scrivere a te al quale Seneca dal Parnaso , ospite dei poeti, inviava le sue missive, ma, perdonami, non ho saputo resistere. Non potevo non scriverti qualche parola di solidarietà dopo tutti quei sermoni, quelle raccomandazioni, quei consigli, quegli avvertimenti dei quali Seneca, nei tuoi confronti, è stato generoso elargitore. Non potevo non farlo perché un conto è porsi come semplice e curioso lettore rispetto a tutte quelle lettere a te indirizzate ed un conto è essere l’oggetto di tante attenzioni e mi viene da pensare che, nella tua situazione, hai dimostrato notevoli doti di rispetto verso il filosofo, di ossequio verso l’uomo più vecchio, di dedizione all’amico. Allora perché solidarietà nei tuoi confronti? Forse perché sono nato duemila anni dopo te e mi viene da considerare che, nel mio tempo, nessun figlio, probabilmente, avrebbe tollerato tale comportamento da parte dei genitori, nessun alunno dagli insegnanti, persino nessun peccatore dal confessore o soldato dal suo capitano. Pensa che nemmeno Pinocchio, a te sconosciuto ma che era di legno, mal sopportava un grillo che pur bene lo consigliava! Oggi, forse, siamo generalmente più insofferenti ma si deve riconoscere che, ai tuoi tempi, eravate proprio forti, più forti in tutto. Allora, si riconosceva ad un uomo il diritto ed il dovere di trasmettere al più giovane insegnamenti stoici o epicurei che fossero: quei giovani, già generalmente forti in ogni disciplina, erano culturalmente disposti a ricevere i consigli dell’amico che aveva più vissuto il quale, comunque, con il suo pensiero e le sue opere, spesso aveva dato esempio ed un personale contributo alla creazione di una forte società. Tanto volevo comunicarti. Però un tarlo mi lavora nel cervello. Dimmi la verità Lucilio: Seneca era una pizza? Vale.
Le lettere che Seneca inviò al discepolo Lucilio sono una medicina per l'anima, poiché in esse il filosofo analizza le questioni più importanti dell'etica: come raggiungere la felicità, come reagire davanti alla sorte avversa, come esercitare la virtù. Il ritratto ideale che ne viene fuori è quello di un uomo sapiente, amante dello studio e della virtù e che vive con il giusto distacco dalle vicende terrene. L'edizione Rizzoli, in particolare, è notevole per la completezza dell'introduzione, delle note e delle informazioni biografiche sull'autore.
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