Lacci

I tre punti di vista e il modo di scrittura mi sono piaciuti molto, forse avrei dato più spazio al primo capitolo e non far parlare quasi esclusivamente l'uomo. È una storia molto realistica, rispecchia molte realtà, molti matrimoni portati avanti quasi per abitudine e solo per non far male ai figli - che ne risentono ancora di più, come si vede nell'ultimo punto di vista. È una lettura leggera ma pesante, la consiglio

Lacci di Domenico Starnone è un potente ritratto della complessità di un matrimonio in crisi. La storia segue Vanda e Aldo, il cui rapporto viene scosso da una relazione extraconiugale di Aldo. Il romanzo ci offre diverse prospettive, compresa quella dei loro figli, e si dipana su più decenni, mostrandoci come le dinamiche familiari cambino nel tempo e come le azioni dei genitori lascino un segno profondo su tutti. Vanda soffre, Aldo si dibatte tra il senso di colpa e la frustrazione, mentre i figli si portano dietro un senso di vuoto derivante dalla mancanza di affetto e amore. Starnone esplora i "lacci" che tengono insieme le persone: amore, responsabilità, colpa e risentimento. Questi legami possono essere sia vincolanti che soffocanti, mettendo in luce il delicato equilibrio tra libertà personale e obblighi familiari. Anche se breve, "Lacci" è un romanzo che colpisce per la sua intensità, pari a quella di un'opera di molte più pagine. La narrazione è fluida e coinvolgente, rendendo la lettura un'esperienza che invita a riflettere sulle relazioni interpersonali e sulle scelte che definiscono le nostre vite.

Quando ho letto il primo capitolo ero un po’ scettica e abbastanza depressa. Dal secondo in poi ho iniziato a capire la storia e il susseguirsi delle vicende. Piano piano sono stata coinvolta dalla storia e dalla scrittura dell’autore. A tratti è stato molto triste e estremamente reale. Realtà che accomunerà molte famiglie. La domanda è: si può essere felici a discapito però dell’ infelicità di chi dice di amarci? O forse la felicità di tutti sta proprio nel non stare insieme?