Regista e sceneggiatore brasiliano. Giornalista e critico cinematografico con esperienze teatrali e studi di legge alle spalle, esordisce dietro la mdp alla fine degli anni '50 girando cortometraggi di carattere sperimentale sulla realtà del suo paese. Nel 1962 scrive e dirige il visionario Barravento, incentrato su una comunità di pescatori di Bahía, cui segue il violento e provocatorio Il dio nero e il diavolo biondo (1964), storia a forti tinte narrata attraverso numerose canzoni. In queste sue prime opere, perfette testimonianze della corrente del Cinema nôvo brasiliano, sono già evidenti le caratteristiche della sua intera produzione, che riscuote entusiastici consensi soprattutto in ambito europeo: il piglio aggressivo della narrazione, il finale aperto, il tono populista che non rinuncia alla provocazione, lo stile grezzo e povero caratterizzato da un uso frequente della macchina a mano, la mescolanza di cultura popolare e tradizione barocca intrisa di una religiosità mistica e violenta. Le pellicole successive sottolineano la drammaticità della realtà del Nordeste brasiliano in cui persiste lo sfruttamento dell'uomo sull'uomo e sono caratterizzate da un linguaggio crudo e a tratti delirante: l'emozionante e decadente Terra in trance (1967) sulla crisi degli intellettuali, il «godardiano» Câncer (1972) girato in presa diretta, e l'allegorico Antonio das Mortes (1969, premiato a Cannes), saga di un omicida in rivolta contro i propri mandanti. Condannato all'esilio, che vive soprattutto tra Italia, Spagna e Africa, continua a girare pellicole di stampo visionario e anarchico: il violento Il leone a sette teste (1970), invettiva contro il colonialismo europeo – come testimonia il titolo originale formato dalle lingue dei cinque paesi imperialisti, Der leone have sept cabeças – il polemico A história do Brasil (La storia del Brasile, 1975) e il confuso A idade da terra (L'età della terra, 1979). Il Cinema nôvo fuori dal Brasile non trova consensi e il regista scivola a poco a poco in una crisi inventiva. Rientrato in patria, nonostante il governo militare, suscita indignazione per quella che viene considerata una resa politica e incontra scarso successo di pubblico e critica. Muore nel 1981 per una polmonite.