(Parigi 1902-91) scrittore francese. Si affermò nel 1942 con il racconto Il silenzio del mare (Le silence de la mer), ispirato al clima della resistenza antinazista e pubblicato clandestinamente: attraverso la figura di un ufficiale tedesco, disegnata con sottile psicologia, l’autore riproponeva i vincoli di una possibile fratellanza, ideale e culturale, tra Francia e Germania, suscitando le reazioni polemiche di alcuni intellettuali impegnati nella lotta partigiana, fra cui J.-P. Sartre, che condannò l’opera in un capitolo di Situazioni. Al tema della degradazione sociale e umana, causata dagli orrori della guerra, V. dedicò i romanzi Il cammino verso la stella (La marche à l’étoile, 1943, nt) e Le armi della notte (Les armes de la nuit, 1946), scrivendo poi altri testi di narrativa, saggistica e teatro sempre imperniati su una problematica morale ed esistenziale abbastanza vicina alle posizioni di A. Camus. Tuttavia egli non ritrovò più la felice immediatezza, lo stile sobrio e poetico della prima opera. Nel 1957 uscì il pamphlet P.P.C. Per prendere congedo (P.P.C. Pour prendre congé, nt), un addio, tra ironico e malinconico, al partito comunista, cui era stato legato per circa dodici anni. Qualche interesse suscitò anche il racconto Sylva (1961), un tentativo, sostanzialmente fallito, di rinnovamento formale. Nelle sue opere successive, alla produzione propriamente narrativa si aggiungono il saggio e la riflessione (Domande sulla vita ai signori biologi, Questions sur la vie à Messieurs les biologistes, 1975, nt; Ciò che credo, Ce que je crois, 1975, nt) e la ricostruzione storica, con il ciclo Cento anni di storia della Francia (Cent ans d’histoire de France, 3 voll., 1981-84, nt) e Anna Bolena (Anne Bolyen: les 40 mois qui ont fait l’Angleterre, 1985, nt).