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Anno edizione: 2024
Anno edizione: 2024
Libro presentato da Giancarlo De Cataldo nell’ambito dei titoli proposti dagli Amici della domenica al Premio Strega 2025.
Libro finalista del Premio Viareggio Rèpaci 2024 - Narrativa
Federica De Paolis ha scritto un rocambolesco, intimo, profondo romanzo autobiografico fatto di immagini, voci e atmosfere che trascendono la vicenda personale per tramutarsi, con toccante immediatezza, in una parabola esistenziale che investe tutti noi.
«Una storia talmente calibrata dove ogni affermazione, inclusa la più innocua, ha valore di presagio e di cambio di prospettiva: "Un muro di pioggia si abbatté sull'ingresso di Roma Nord.» - Teresa Ciabatti, La Lettura
Allegra ed entusiasta, oppure malinconica e afflitta. Bellissima e fragile, con lo sguardo appena velato da “certi pensieri soffocati”. Così Federica racconta sua madre, la “fantasmagorica mamma bionda” dai gesti istrionici, dal portamento elegante e disinvolto attraverso cui traspare, in filigrana, un’irrimediabile insicurezza. L’autrice scava nella memoria per comporre il ritratto tenero e disincantato di una donna tutta luci e ombre, e al tempo stesso un tagliente spaccato di famiglia incorniciato nell’ambiente borghese di Roma. Con il suo sguardo di figlia, tra lo struggente desiderio di emulazione e la ricerca della propria identità, osserva la madre e la decostruisce. La rivede vicino al telefono, simile a un lepidottero intorno a un fascio luminoso, a sorvegliare la segreteria in attesa della chiamata di un uomo che non l’ama davvero. La rivede regina e poi schiava dei suoi amori – amori sghembi, fatti di assenza, desiderio, euforia e negazioni. La rivede madre e donna, modello e poi gabbia da cui liberarsi. "Da parte di madre" è la storia di un legame indissolubile, di scelte sofferte, della vita che ti prende e ti trascina via ma alla fine ti riporta lì dove tutto ha avuto inizio: la prima casa, tua madre.
Proposto da Giancarlo De Cataldo al Premio Strega 2025 con la seguente motivazione: «È la storia dell’amore imperfetto di una madre per una figlia, e dell’amore spaventato di una figlia per una madre alla quale teme di assomigliare ogni giorno di più. Perché è proprio questa progressiva immedesimazione la radice di ogni disagio, e nello stesso tempo la fonte di ogni illuminazione, dell’arduo, contraddittorio percorso destinato a traghettare un’adolescente nel caos dell’età adulta. Vorrei essere come te e vorrei essere tutto ciò che tu non sei. Non sarò né l’una né l’altra cosa, forse non sarò nient’altro che la sintesi di tutto ciò che ti e mi manca. Un’omissione. Il romanzo è in prima persona. Alterna momenti lirici, brani da classico memoir, e folgoranti squarci umoristici. Accompagna attraverso gli anni, e una tormentata analisi, l’evolversi di un rapporto che non conosce vie di mezzo, ma solo estremi: la più grande felicità, la più nera terra desolata. Nei passaggi più felici si fa strada una prepotente, ribalda ironia che si trasforma in anarchica ribellione contro gli stereotipi della fragilità e della svenevolezza. Ne deriva un ritmo che non ti dà tregua, ti sorprende, ti strappa applausi a scena aperta. Da parte di madre è un romanzo che rivela come tenerezza e sensualità non debbano necessariamente degenerare in vittimismo e svenevolezza, e come forza non sia necessariamente sinonimo di brutalità. Queste due donne hanno qualcosa di eccessivo, di irrisolto, di perturbante. Ed è per questo che le amiamo, e le sentiamo così simili a noi. Per tutte queste ragioni propongo questo romanzo. E anche perché persino un maschio, grazie a queste pagine, può illudersi di capire quelle due o tre cose in più “a proposito di lei”.»
Un libro autobiografico, scritto in un modo così magistrale che potrebbe essere un film. Le pagine scivolano veloci grazie ad una scrittura leggera e ironica, ma intensa e di grande spessore letterario. La vita di Federica De Paolis diventa un romanzo di formazione tra crescita, amori, disagi giovanili e scolastici, anche se il fulcro di tutto il racconto è il legame con la persona più importante: la madre. Con una narrazione non sempre temporale, passando tra i traslochi di diverse case e appartamenti, riusciamo ad immaginare questa donna, bionda e bellissima, a tratti forte e decisa, ma più spesso impaurita e desiderosa soprattutto di una cosa: essere amata. Si aiutano a vicenda, scambiandosi i ruoli: chi è madre di chi? Chi accudisce chi? Tra le letture di Ennio Flaiano, Edna O'Brien, John Fante e la sua grande passione per Milan Kundera ritroviamo Federica al capezzale della madre per ricordarci di non spezzare mai, nel bene e nel male, quell'invisibile cordone ombelicale che ci portiamo dentro.
Recensioni pubblicate senza verifica sull'acquisto del prodotto.
Federica De Paolis ci consegna un bellissimo memoir della vita madre, donna istrionica e naïve, bellissima e fragile, modello da imitare e rifuggire. Il romanzo parla del loro complesso rapporto, in cui talvolta si sono scambiate i ruoli. Ma parla anche di amore e rabbia, fragilità e ricerca di identità, libri e scrittura come "luogo di salvezza", psicanalisi e introspezione, ribellione e perdono, verità e omissioni ("La verità, infondo, non esiste"). A far da sfondo, una Roma borghese nel periodo storico che va dal 1976 al 2001. Durante questi anni le due donne cambieranno spesso abitazione ed ogni capitolo prende nome proprio dall'indirizzo del momento. Eppure c'è solo una casa in cui Federica si sente al sicuro, la prima che ha abitato: sua madre ("Il mio mondo era mia madre, mi sentivo al mio posto accanto a lei"). A distanza di 20 anni l'autrice decide di onorarne il ricordo ricostruendo un pezzo della loro vita. Ma “cosa resta nella memoria?” Quanto ci può essere di oggettivo nei ricordi dopo tutto questo tempo? L'autrice confessa di aver adoperato il punto di vista ereditato “da parte di madre”, fatto di omissioni, per proteggere e proteggersi. Ma se è vero che il tempo offusca e modifica i nostri ricordi questo non vale per l'amore filiale: quello resta inalterato, inalterabile. Sul finale ho versato qualche lacrimuccia e probabilmente lo farete anche voi. Coinvolgente, intenso, consigliato!
Federica De Paolis scrive con una prosa elegante e al tempo stesso incisiva, riuscendo a dare voce ai sentimenti più intimi delle sue protagoniste. La sua scrittura riesce a restituire la complessità dei rapporti familiari, dove l’amore può essere tanto fonte di sostegno, quanto di sofferenza. Ciò che più colpisce in questo libro è la riflessione profonda sulla maternità, sul peso del passato e sulla ricerca di un’identità che si costruisce, talvolta dolorosamente, attraverso le esperienze familiari. È un libro che esplora le sfumature delle relazioni madre-figlia, mettendo in luce le tensioni, ma anche le opportunità di comprensione che, a volte, arrivano solo con il tempo. Una lettura che non mancherà di toccare il cuore di chi si trova, o si è trovato, a fare i conti con la propria storia familiare e il legame con le proprie radici.
Il tratto scorrevole dell’autrice disegna un ritratto di una madre bellissima e fragile, vista dalla figlia ancor più fragile che illumina i chiaroscuri di un rapporto che è di puro amore. Commovente da non perdere
Recensioni
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