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Anno edizione: 2018
Anno edizione: 2016
Anno edizione: 2016
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“Chi si prende cura di te?” è la domanda che Ruth non formulerà mai per intero, e per la quale pretenderà una risposta sua sorella Lucille. In Lucille monta la rabbia di vivere e di vivere-come-gli-altri, in Ruth no: Ruth resta sottoposta alla forza del destino per quel che ci ha capito lei del destino, subendola come un mandato divino, e la divinità è un lago dall’odore inconfondibile, un odore per niente buono. “Strappò le foglie da un ramoscello di salice e ruppe i gambi dei denti di leone e dei fiori di carota selvatica che sbocciavano vicino alla strada.” Quando non c’è nessuna cultura a intervenire in un senso diverso, ha il sopravvento la natura e la natura umana non prevede una casetta, delle tendine, un orticello, delle cure domestiche. La natura umana ha il richiamo del mondo ma il mondo autentico, non quello addomesticato: il mondo informe, occasionale, umido, freddo - naturale.
Immergersi in questo romanzo richiede una certa dose di fatica, ma la perseveranza è ripagata dalla grande intensità emotiva e dal lirismo che accompagna le pagine migliori. La Robinson, decenni prima della trilogia di Gilead, si interroga sulla possibilità e sul senso di ‘casa’. Ovviamente non si parla di un edificio fisico, pure presente nella narrazione: quello è destinato a perire, usurato dal tempo e dalle intemperie, come ogni cosa nell’esperienza umana. Ciò non toglie che ci si affanni per dargli una parvenza di stabilità, per instaurare cure e consuetudini che ne facciano un rifugio rassicurante. Il vero legame però è con le persone care e paradossalmente si fa più forte e vincolante nel momento in cui spariscono, ancor più se la separazione avviene in modo traumatico. Le immagini popolano i ricordi, invadono I sogni e tracimano nella quotidianità come le acque del lago, sepolcro e soglia di un aldilà ammaliante e inquietante. Le azioni e le regole del vivere sociale diventano irrilevanti per Ruth e di contro offrono uno scudo a Lucille. Tra immagini iconiche legate all’acqua e al fuoco, la Bibbia torna come riferimento principe, dal diluvio universale alla moglie di Lot trasformata in statua per essersi fatta attrarre dal passato e dalle cose perdute. La riapparizione(resurrezione) di chi si è amato è promessa e desiderio ultimo nel vagabondaggio dell’esistenza.
lo ammetto ho comprato questo libro perchè Einaudi ha creato una copertina incantevole, che leggendo poi il romanzo, riprende in pieno sensazioni e armosfere. La storia colpisce, la vita di due bambine viene sconvolta dalla prematura scomparsa della madre, che un giorno le lascia sul portico di casa della nonna e scompare. Accudite da quest'ultima, alla morte di lei da alcune zie più prossime fino all'arrivo della zia Sylvie. Il personaggio del romanzo. Una ragazza da una vita caotica e vagabonda che si ritrova ad accudire due adolescenti. Incapace di soddisfare le cure domestiche di queste ragazze, quasi rasente l'abbandono. Sullo sfondo un lago che ha tolto tanto a questa famiglia, un atmosfera spesso cupa, l'elemento dell'umido sempre presente nella vita idealista di questa zia.
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