Cent'anni di solitudine

Terminato da poco,non riesco a togliermelo dalla testa. È un fiume in piena che travolge. Una scarica continua di vita che si forma e poi prende altre forme. Marquez presenta i personaggi descrivendoli con poche parole ma in un modo così incisivo che li si vede difronte agli occhi. Sono lì e ci fanno emozionare ognuno a modo suo. Indimenticabile.

Date un'opportunità, con attenzione e cura, al libro dei libri. Tutto qui dentro è perfettamente intrecciato e costruito ed evoluto in un modo tale da far quasi scoppiare la testa. Dentro Macondo troverete il mondo di chi chiude le porte e si auto-espelle dalla storia, sabota la grandiosa e misteriosa opportunità che l'umano ha sulla Terra; eppure saranno disseminate anche scintille di libertà che aprono i piccoli spiragli dei misteri, e si potranno illuminare nell'anima con la giusta attenzione. Dentro ai numerosissimi, emblematici e leggendari personaggi (caratterizzati con una minuzia e perfezione da provocare brividi) vedrete voi stessi o persone a voi care; ripeterete la conoscenza del mondo che vi circonda perché, sì, esistono le inestinguibili Ursula Iguaràn, gli impazziti José Arcadio Buendìa, le irrisolte Rebeca, gli utopici e sconfitti Aureliano, le terrene e magnetiche Pilar Ternera, le sofferenti e testarde Amaranta, gli incompresi José Arcadio, le sfacciatamente libere Remedios La Bella, le pavide Fernanda del Carpio, i crapuloni Aureliano Segundo, le tentatrici Petra Cotes, le tristissime Meme, i teneri innocenti Mauricio Babilonia, le ingenue Amaranta Ursula. Potrei continuare, ma mi limiterò a dire che nell'incantevole complesso universale creato da Marquez c'è tutta l'incrollabile fragilità dell'essere umano, brutalmente e poeticamente e quasi profeticamente racchiusa in un libro. Io non ve lo so spiegare meglio di così, ma vi garantisco che è decisamente meglio. Coi cinque sensi accesi e recettivi, questo libro vi saprà sconvolgere. E' alta letteratura. E' molto più di letteratura. E' per me il senso della letteratura. Ho appena finito di rileggerlo per la quarta volta e già so che tornerò tra queste pagine, nel suo mondo, e con Melquiades. Di lui non vi svelo nulla di nulla: saprà incantarvi lui stesso.

Il Romanzo, che ha una sua precisa connotazione sin dall’incipit che può essere ricordato per la forza evocativa di un plotone d’esecuzione e per l’originalità e la verginità di un villaggio di venti case d’argilla, da cui parte la storia fantastica, fantasiosa, fluviale e turbolenta dei Buendia. È la storia o l’insieme di storie di personaggi immortali che tramandano il loro nomi di generazione in generazione e che l’infinita Ursula suddivide in Aureliani, riservati e con lucido discernimento e in Josè Arcadio impulsivi e intraprendenti ma marcati dall’ineluttabile tragicità delle loro vite. A Macondo prima arrivarono gli zingari con i loro saltimbanchi ed equilibristi ed insieme a loro il ghiaccio, poi arrivò la peste dell’oblio e solo Melquiades riuscì a ripristinare la memoria grazie a una sua magia. Poi arrivò la guerra ed il solitario Aureliano divenne il colonnello e smise di fabbricare pesciolini d’oro. Arrivò anche il treno che portò con sé i Gringos e il commercio di banane e quel decadimento accelerò inesorabilmente. Arrivò la pioggia che cadde inesorabilmente per quattro anni, arrivò la siccità che arse la terra per dieci anni. I pesciolini d’oro che Aureliano creava nel suo laboratorio giovanile e che il Colonnello Aureliano tornerà a produrre una volta che l’armistizio avrà decretato la fine di tutte le sue trentadue guerre, rappresentano il legame tra il presente ed il passato che inizia con la solitudine e finisce con la stessa. Con una scrittura poderosa e incontenibile Gabriel Garcia Marquez, nel 1967, traccia un nuovo solco nella terra delle opere d’arte della scrittura con la pubblicazione di questo straordinario capolavoro.