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Anno edizione: 2013
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Indice
VEGLIA
1.
*
Enorme, grigia e imponente, Ashdown sorgeva su un promontorio, a una ventina di metri dalla viva parete della scogliera, ed era lì da più di un secolo. Per tutto il giorno i gabbiani ruotavano intorno alle sue guglie e torricelle con strida rauche e luttuose. Per tutto il giorno e per tutta la notte le onde si scagliavano forsennate contro la barriera di roccia, diffondendo un ruggito senza fine, come di traffico intenso, per le camere glaciali e i corridoi intricati ed echeggianti della vecchia casa. Anche le parti più vuote di Ashdown (e attualmente era vuota in gran parte) non erano mai silenziose. Le camere più abitabili erano assiepate tra il primo e il secondo piano, a picco sul mare, inondate durante il giorno da una gelida luce solare. Al pianterreno la cucina dal soffitto basso, lunga e a forma di L, aveva soltanto tre piccole finestre ed era avvolta in un'ombra perenne. La spoglia bellezza di Ashdown sfidava gli elementi e mascherava il suo essere sostanzialmente inadatta all'insediamento umano. I più vecchi e i più prossimi tra i vicini ricordavano ancora, quasi con incredulità, che un tempo era stata una residenza privata, la dimora di una famiglia di otto o nove membri appena. Ma vent'anni prima l'aveva acquistata la nuova università, e ora ospitava un paio di dozzine di studenti: una popolazione mobile e cangiante come l'oceano disteso ai suoi piedi e proteso nell'orizzonte, di un verde malsano e agitato da pena infinita.*
Forse i quattro sconosciuti al suo tavolo le avevano chiesto il permesso di sedersi accanto a lei, o forse no. Sarah non ricordava. Le pareva che ora stesse nascendo una discussione, ma non sentiva cosa dicevano, anche se percepiva l'alzarsi e l'abbassarsi delle voci in un risentito contrappunto. Ciò che ascoltava e vedeva all'interno della sua testa era ben più reale, al momento. Un'unica parola velenosa. Occhi lampeggianti d'odio indefinito. La sensazione che non le avesse parlato ma sputato addosso. Un incontro durato quanto? due secondi? meno? ma che da più di mezz'ora, involontariamente, la sua memoria continuava a rivivere. Quegli occhi. Quella parola. Non c'era modo di sbarazzarsene, almeno per un po'. Anche ora, mentre il tono delle voci intorno saliva e diventava sempre più animato, una nuova ondata di panico si gonfiava in lei. Colta improvvisamente dalla nausea, chiuse gli occhi.Jonathan Coe, "La casa del sonno", Feltrinelli editore. Io per la verità mi sono avvicinato a questo libro per pura casualità, mi sono lasciato convincere dal titolo. Il sonno è un tema che mi affascina molto e il tema del sonno è quello che Coe utilizza per raccontarci questa storia intrecciata tra presente e passato. Sono racconti per lo più drammatici ma c'è un filo di ironia, un houmor inglese che riesce a dosare senza mai stonare. Sembrano storie slegate, fatte di vicissitudini estranee l'uno all'altra, parallele che non si incontrano mai, e invece alla fine troveranno un punto di incontro. Non vi dico niente, è un libro che consiglio ai lettori serali, a chi magari dopo una giornata di lavoro torna a casa e cerca il silenzio e la solitudine, magari tra le pagine di un libro prima di addormentarsi. Non sto dicendo che il libro fa dormire anzi, in più di un'occasione ho fatto le ore piccole per andare avanti con la storia ma sono ore che ho regalato volentieri a Jonathan Coe.
Recensioni pubblicate senza verifica sull'acquisto del prodotto.
Fin dall’inizio sono rimasta incantata dalla penna di Coe. I dialoghi, le descrizioni, tutta la narrazione trabocca dalle pagine, esce fuori e investe il lettore, gettandolo in una baraonda di emozioni. I personaggi sono caratterizzati benissimo, con tutte le loro sfumature, ed evolvono magistralmente durante la storia. Tutti loro mi resteranno nel cuore, ma Robert un po’ di più. L’ho amato in maniera viscerale, proprio con la pancia; l’ho amato come si ama un amico o un fratello. Ho più volte desiderato abbracciarlo, dirgli che sarebbe andato tutto bene, che tutto si sarebbe risolto. È così reale da provare un’empatia profonda e viva. Perché tutti, in fondo, abbiamo un po’ di Robert dentro di noi.
Un romanzo molto ben scritto e molto profondo . Coe è un genio . Strutturato in due tempi diversi a capitoli alternati . Da leggere
Coe mi piace molto e questo libro l'ho goduto appieno. Bella scrittura, bella storia, Coe è un grande autore. Lo consiglio davvero.
Recensioni
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