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Anno edizione: 2023
Anno edizione: 2023
Pieno di tenerezza, lo sguardo di Paul Auster riesce a trovare la bellezza negli episodi fugaci di un’esistenza ordinaria e unica allo stesso tempo. Baumgartner è un capolavoro sul dolore della memoria, l’opera più luminosa dell’autore di 4321.
«Baumgartner è un personaggio a cui ci si affeziona sin da subito, perché ha una capacità di meravigliarsi, di essere grato per la gentilezza e questa semina dimentica per gli uomini è uno dei germogli più riusciti di queste pagine. Non c’è stucchevolezza, non c’è pianto di miseria, non c’è compassione ossequiosa ma inscalfibile tenerezza.» - Sara Annicchiarico
La vita di Seymour Baumgartner è stata definita dall’amore per la moglie Anna. Ma ora Anna non c’è più e Baumgartner si inoltra nei settant’anni cercando di convivere con la sua assenza. Dopo un romanzo-mondo come 4321, Paul Auster ritorna con un libro all’apparenza semplice e lineare, proponendo ai lettori il suo personaggio forse più simpatico ed empatico, un uomo che al termine della vita si interroga sulle cose essenziali, inciampando e andando a sbattere come in una vecchia comica malinconica.
Professore di filosofia, vedovo da dieci anni, Seymour Baumgartner non si è mai rassegnato alla perdita dell’amata moglie Anna, traduttrice e poetessa, e affronta la vita con un senso di straniamento e una certa goffaggine. Nonostante le malinconie e gli acciacchi dell’età, però, Baumgartner è una persona affabile e generosa. Possiede la saggezza di chi ha vissuto e sa quanto sono importanti i rapporti umani, che vanno coltivati con cure continue e una buona dose di ironia e di umorismo. Passando gran parte del tempo a lavorare nel suo studio, Baumgartner intreccia una buffa e disperata trama di relazioni con le persone che si affacciano alla sua porta, finché in un sogno, o visione del dormiveglia, incontra Anna, che gli rivela di essere bloccata in una terra di mezzo tra il mondo dei vivi e l’aldilà: è l’inguaribile nostalgia del marito a impedirle di concludere il suo ultimo viaggio. Per liberare Anna, con logica ineccepibile, Baumgartner decide di far procedere la sua vita e si butta in una relazione sentimentale con una loro vecchia amica. Ma questo è solo l’inizio di una serie di vicende imprevedibili e scatenate come solo Paul Auster, il virtuoso della «musica del caso», poteva immaginare. Perché ricordiamo certi momenti e ne dimentichiamo altri? Cosa resta di noi quando non ci siamo più?
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Professore di filosofia a Princeton, Seymour Baumgartner, detto Sy, ormai prossimo alla pensione sta ultimando il suo ultimo libro “Misteri del volante” una metafora tra l’uomo e l’automobile. Dopo la morte della moglie, Anna, poetessa e traduttrice, amore della sua vita, avvenuta in un tragico incidente 10 anni prima, Sy si ritrova ad affrontare la vita senza di lei anche se il suo ricordo è sempre vivo ed addirittura riesce a sentire la sua voce attraverso un telefono non più in funzione. <<….secondo lei finchè lui sarà vivo e ancora in grado di pensarla, continuerà a svegliarle la coscienza con i suoi pensieri, tanto che a volte lei riesce perfino a entrare nella sua testa e a udire quei pensieri…>> <<…. Non ha idea di come succeda….. sa soltanto che tra i vivi e i morti c’è un legame, e che un legame profondo come quello che c’era tra loro quando lei era in vita può proseguire anche dopo la morte, perché se uno muore prima dell’altro, il vivo può mantenere il morto in una specie di limbo provvisorio… ma quando muore anche il vivo, allora è la fine, e la coscienza del morto si spegne per sempre.>> Dopo quel sogno Sy comincia a interrogarsi sulle cose essenziali della vita e proprio quando all’età dei settant’anni non ha più tempo per le incertezze. Un romanzo che affronta il significato dell’amore, della memoria e del dolore per una perdita.
Seymour Tecumseh Baumgartner vive in quell'infinito presente di indefinito stordimento, nel quale, suo malgrado, si è trovato catapultato con la morte, inaspettata e tranciante, di sua moglie Anna, dopo una vita assieme, di reciproche intese e concessioni, di un amore ideale, di un equilibrio di coppia, mai sfociato in una progenie. Si ritrova a vivere un'esistenza ovattata dall'assenza di chi riempiva le sue giornate, ne cadenzava tempi e ritmi e che, ora, per un destino cinico, non c'è più. Il suo è un presente di frammenti passati, di ricordi, di abitudini che si attardano, pur non avendo più motivo di reiterarsi, di reviviscenze di suoni, gesti, immagini, percorsi. Ha cura di quel passato, perché è l'unica certezza che può riempirgli un presente vuoto e silenzioso; come la sua casa quando inserisce la chiave nella toppa; come le mattine, quando si sveglia, senza il ticchettio della macchina da scrivere di sua moglie, alla buonora a lavoro. La vita, in fondo, è un po' come guidare un'automobile, nella perspicace filosofia di S. T. Baumgartner: è tutta questione di non sbagliare svolte, evitare le buche, non correre troppo, non provocare collissioni, anche mortali. Un carosello di auto, di scelte, di incroci, di decisioni. E per non inciampare sempre nella malinconia sarà soccorso dall'amata Moglie, dapprima in una apparizione onirica, e, in seguito, come musa ispiratrice di una giovane donna, studiosa, indipendente, cocciuta e tenace; quasi la figlia che non hanno mai avuto; il presente, che avrebbe potuto esserci e non c'è stato, tornato per sollevarlo dall'amato passato.
Un libro che chi apprezza Auster non può non leggere. E’ una sorta di riepilogo della vita e di riflessione su cosa veramente valga. Baumgartner e’ uno scrittore, filosofo, professore, arrivato alla soglia della vecchiaia, ancora sano e abbastanza lucido da affrontare con ironia i cedimenti di corpo e mente (L’incipit del libro, riguardo a questo, è magistrale). E’ vedovo di una moglie vitalissima e luminosa, da cui non riesce a staccarsi, sempre presente attorno a lui. E nel momento in cui decide che è ora di riprendere a vivere e di lasciare andare la sua Anna, scopre che tutto va in modo diverso da come lui aveva immaginato… La vita è imprevedibile ed è lei a condurre il gioco. Sempre. Nel libro ci sono anche molti riferimenti alla famiglia d’origine, che potrebbero essere anche autobiografici, ma non ne sono certa. Il finale è in puro stile Auster… spiazzante.
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