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Il capolavoro di Pontecorvo, candidato all'Oscar e vincitore del Leone d'Oro
«Nel film l'atto di accusa è contro il colonialismo, la violenza, la guerra, il mio personale atteggiamento è la pietà umana» – Gillo Pontecorvo
Algeria, 1954. Alì, criminale di strada analfabeta, viene reclutato dal Fronte di Liberazione Nazionale e diviene una presenza fondamentale nelle azioni di guerriglia contro i francesi, fino al grande sciopero indetto dal FLN e conosciuto con il nome di Battaglia di Algeri. Un evento drammatico in cui la controffensiva militare sembra riaffermare le ragioni del colonialismo.
Premi
1966 - Mostra d'arte cinematografica di Venezia - Leone d'oro al miglior film
Recensioni pubblicate senza verifica sull'acquisto del prodotto.
Algeri, 1954-1960: in un lungo flash-back, la terribile lotta del popolo algerino contro la dominazione francese, per raggiungere l'indipendenza. Il FLN (Fronte di Liberazione Nazionale) adotta il terrorismo contro i francesi residenti in Algeria. La svolta avviene nel ‘57, con l’arrivo dei parà guidati dal colonnello Mathieu che, in modo brutale, smantella l'organizzazione algerina catturando i suoi principali esponenti ma alla fine del '60 la lotta ricomincia, fino al raggiungimento dell'indipendenza nel ‘62. Gillo Pontecorvo, con “La battaglia di Algeri” girato appena 5 anni dopo i fatti, ricostruisce in modo straordinario la guerra di liberazione del popolo algerino, grazie anche alla bella sceneggiatura di Franco Solinas. Il film intreccia abilmente vicende individuali e collettive, rievocando la compattezza del popolo algerino, senza tacere le ragioni degli occupanti francesi. Girato in bianco e nero interamente nelle strade di Algeri, senza ricostruzioni in studio, utilizza una fotografia volutamente sgranata per ricreare un effetto tra il documentario e il cinegiornale. Bellissime le musiche di Ennio Morricone, firmate con lo stesso Pontecorvo. Il film mostra in modo imparziale le atrocità della guerra e la cieca violenza che accomuna i due fronti, fino alla vittoria della popolazione ormai stremata dalla lotta ma sempre fiera nella sua volontà indipendentista. Pur in un film innegabilmente politico, i personaggi hanno tutti i chiaro-scuri che caratterizzano la vicenda, seguendo delle dinamiche molto più complesse della semplice contrapposizione “buoni-cattivi”. Pontecorvo ne “La battaglia di Algeri” fonde in un’opera ancora viva ed equilibrata i suoi ideali di lotta sociale e all’oppressione, realizzando uno dei più bei film del cinema italiano, riscuotendo consensi unanimi di pubblico e critica anche in ambito internazionale.
Film ma anche cronistoria della lotta del popolo algerino per la propria indipendenza.
Film eccellente , asciutto senza fronzoli che racconta con una crudezza piena ed esemplare la rivolta degli algerini per avere l'indipendenza dalla Francia. Ha il pregio di raccontare gli avvenimenti senza parteggiare con nessuno , lasciando allo spettatore l'onere di scegliere secondo coscienza e giustizia.
Recensioni
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