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Anno edizione:
Anno edizione: 2014
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Premi
2015 - Oscar [Academy Awards] - Miglior montaggio sonoro
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Sempre una visione strana questo American Sniper. Una pellicola che si inscrive in quella precisa fetta di filmografia eastwoodiana di cui non si capisce precisamente la direzione ideologica. Un qualunque spettatore potrebbe contraddire l'affermazione di cui sopra, dicendo che in realtà la posizione del film è cristallina: americani buoni contro iracheni cattivi. A mio parere le cose sono un po' diverse. Occorre in primis fare un'importante precisazione: bisogna scindere l'ideologia dei protagonisti della vicenda da quella dell'autore che narra la storia. Eastwood ci ha abituato a film pieni di sfumature, di opacità, e pensare che riduca tutto a una banalissima dicotomia bene/male è una lettura alquanto superficiale. È impensabile dipingere il personaggio di Chris Kyle, soldato americano, come un qualcuno di refrattario alla guerra, dato che l'arruolamento è volontario e, come Eastwood sostiene da sempre, la scelta del singolo è quanto di più importante possa esistere. Inoltre, Kyle paga ripetutamente le conseguenze delle sue scelte, sia nell'incrinarsi dei rapporti con i familiari, sia in salute mentale e fisica, il cui culmine è rappresentato dalla morte nel finale. Messa da parte l'aderenza del racconto alla realtà, la morte ha un significato preciso nell'economia della pellicola: Kyle viene ucciso da un reduce di guerra americano, in qualche modo viene ucciso dal suo stesso riflesso, fagocitato dal sistema che lui ha nutrito per anni e che non ammette spazio per la redenzione. Emblematico il personaggio della moglie, vera voce della coscienza del protagonista, che per tutto il film insiste sulla problematicità delle azioni di Kyle: è come se psicoanaliticamente rappresentasse il suo super-Io, ciò che (giustamente) gli fa dubitare della legittimità delle sue scelte. Un film contraddittorio, da rivedere ogni tanto per cercare di coglierne le piccole (e tante) sfumature che continua ad offrire.
Uno dei migliori film che spiega ed illustra le tragiche conseguenze del Post-traumatic stress disorder (PTSD), malattia diffusa tra il personale militare impiegato in aree di combattimento ad alta intensita’ di combattimento. Il film narra la vera storia di un operatore di Forze Speciali americane impiegato in operazione nel teatro iracheno e del suo periodo traumatico al suo rientro a casa.
Storia struggente sui tormenti dei soldati dei nostri giorni
Recensioni
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