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Un libro molto divertente e squisitamente illustrato, dall'autrice di Una tigre all'ora del tè e Quando Hitler rubò il coniglio rosa.
«Un messaggio bellissimo, quasi profetico, quello che Judith Kerr ci ha lasciato in eredità con questo racconto» - Ilaria Zaffino, Robinson
È cominciato tutto con il coniglio della scuola... A Tommy il coniglio della scuola non è mai piaciuto. È addirittura convinto che sia maledetto. E potrebbe anche avere ragione: quando lui e la sua famiglia si offrono di ospitare l'animale, infatti, tutto comincia ad andare storto. Malanni improvvisi, carriere sfumate, incontri ravvicinati con cani minacciosi... sono solo alcuni dei guai che si susseguono dal momento in cui il tenero musino di Fiocco di Neve varca la soglia di casa. Che Tommy e la sua famiglia siano vittime della "maledizione del coniglio"? Chissà. E se invece alla fine la cattiva sorte si tramutasse in fortuna?
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Anche se un libro non deve essere giudicato dalla copertina, in questo caso la relazione titolo-immagine è esplicativa e svela in parte la trama incuriosendo e divertendo. L’intreccio di storie ha un ruolo fondamentale dove la linea narrativa, viene continuamente spezzettata e indirizzata verso il messaggio che questa fiaba cela. Le disavventure di una famiglia fuori dal comune, in qualche modo con intelligente gentilezza, sono narrate in maniera da non risultare dissimili da quelle di altri tipi di famiglie. Ed ecco il punto focale del discorso, ovvero come affrontare una disavventura e farla diventare opportunità. Quattro individui compongono il particolare nucleo familiare; la madre, Mamma calma e razionale, il padre Alfred euforico e istrionico, il piccolo protagonista Tommy che è la voce narrante, sempre un po’ turbato, la sua sorellina minore Angie, gioiosa e disponibile al gioco e di tanto in tanto compare anche lo zio Mike divertente ed empatico. È interessante vedere come ogni personaggio rappresenti una diversa emozione. La trama principale ruota intorno al fatto che il padre è in “pausa” il che significa, nel gergo della sua attività ovvero l’attore, assenza di lavoro. Il piccolo protagonista è preoccupato poiché inizia a sospettare che non potrà avere la tanto anelata bicicletta per Natale. La festività è vagamente accennata ad uso esclusivo del tempo in cui si svolge la storia. Mentre le vere feste sono i giorni quando viene preparata “la merenda speciale” per il tè, visto che in quei momenti, il padre e lo zio Mike parlano di “ingaggi” con questo o quel protutore e dunque di assunzione. Ma cosa c’entra il coniglio? Prima di riflettere su questa figura dalla vaga familiarità con quello del romanzo di Charles Lutwidge Dodgson “Alice's Adventures Underground” del 1865 e dal tratto simile a quello di Beatrix Potter, occorre soffermarsi sul lato educativo dell’intero racconto. La Kerr con estrema delicatezza, porta all’attenzione diversi livelli di complessità del lavoro dell’attore. Racconta seppur con la semplicità degli occhi di un bambino, il mestiere del cinematografo quasi come se stesse svelando i trucchi di un prestigiatore, rendendo così il mito-umano. Ora l’attore, padre è umanizzato, dunque non più mero fruitore delle difficoltà della famiglia, ma punto di forza seppur afflitto dalle preoccupazioni. La complessità della storia viene graficamente rappresentata nelle sue deliziose tavole a matita, con i personaggi centrali all’inquadratura. Rari sono gli elementi scenografici che compaiono, sufficienti a descrivere l’ambiente. Spesso sono le poche ombre in terra a rendere cinetica la scena, a portare dinamismo e sorpresa mentre lo sfondo spesso è la sola pagina vuota. Qualcosa nei disegni di colpo cambia, sorprendendo! A questo punto però è necessario tornare al coniglio. La piccola Angie ora è nella classe di Miss Bennet, la stessa che ha frequentato anche suo fratello. Qui Fiocco di neve è oggetto principale delle lezioni, ma al contrario di quelle dove l’animale viene vivisezionato, lui è costantemente coccolato e fin troppo viziato. Tommy infatti quando era in II, ha avuto uno spiacevole incidente causato dal coniglio, il quale durante una lezione gli ha fece pipì addosso. A detta della maestra e dei suoi compagni si è trattato solo di uno spiacevole episodio, ma lui al contrario è ancora convinto del contrario e non si persuade a cambiare opinione. Proprio a causa del loro rapporto conflittuale, Tommy è contento di non dover più frequentare la II e dunque di non incontrare Fiocco di neve. Al contrario sua sorellina fin dal primo giorno che lo ha visto, ne è rimasta entusiasta. Per una serie di spiacevoli circostanze, Miss Bennet chiede proprio alla piccola Angie di prendersi cura del coniglietto, poiché lei per un certo periodo di tempo, non potrà farlo. Vista la gioia della piccolina, la famiglia accetta di ospitarlo. Purtroppo Angie si ammala e i genitori chiedono a Tommy di occuparsi di Fiocco di neve e per convincerlo gli offrono una paghetta maggiore rispetto a quella solita. Così inizia ad accudirlo, pulendo la conigliera, dandogli prelibato cibo e portandolo a passeggio. Ecco quindi che quel rapporto conflittuale diventa altro, si trasforma in responsabilità. Non poche sono le disavventure che a causa di questo piccolo animaletto avverranno. La sera come di consueto Tommy porta da mangiare a Fiocco di neve, con stupore si accorge che è fuggito dalla conigliera. Decide nonostante la nebbia di andarlo a cercare. Guarda ovunque ma nulla, gli rimane solo di andare nel piccolo parco incustodito. Ed eccolo lì terrorizzato da un gruppo di cani a passeggio con un’anziana e bizzarra signora. La tensione ora è rappresentata con un netto cambiamento del tratto. Il disegno muta, lo sfondo è pieno di sfumature grigie e i personaggi ne sono avvolti. In questa fiaba si aprono continuamente nuove storie le quali si ricollegano sempre a un discorso istruttivo, gli intrecci accuratamente descritti, solleticano la curiosità anche degli adulti (ai quale forse è dedicato il sottotesto). Non mancano sketch divertenti, tra i quali il momento in cui Tommy vede litigare i genitori a causa di Shakespeare. Una fiaba da leggere e rileggere in cui trovare risvolti sempre nuovi. Iolanda La Carrubba
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