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La trepidante attesa per l'ultimo capitolo di questa saga è finalmente giunta e devo ammettere che le aspettative erano altissime, questo è uno di quei casi in cui mi sarei aspettato un romanzo avvincente che mi fa volare sino alla fine, un romanzo e una saga nel complesso che mi sarei ricordato per anni; per quanto notevole la realtà non corrisponde totalmente a questa speranza, perché il racconto come la saga è discontinua dal punto di vista qualitativo e narrativo, con capitoli lunghi e spesso non sempre a fuoco. Ne "La signora del lago" i capitoli migliori sono quelli con i protagonisti, Ciri e Geralt, ci sono altri capitoli invece come quello dedicato alla battaglia di Brenna lungo ed interminabile, o come il poco utile capitolo dedicato a Jarre che, per quanto interessante, è assolutamente non fondamentale ai fini della storia. Ottima come al solito la caratterizzazione dei personaggi, inclusi quelli che compaiono per poche righe o poche pagine, questo perché quasi tutti possiedono un tratto distintivo, una caratteristica grande o piccola che viene sottolineata nei dialoghi o nelle fluide descrizioni che una buona traduzione ci ha regalato. I dialoghi sempre molto divertenti e spassosi, a volte perfino tendenti al filosofico.
Mi dispiace terribilmente ammettere che la saga ha subito un peggioramento nel corso del tempo, e questo capitolo non ne risolleva le sorti. Siamo ben lontani dal fascino che esercitavano i racconti de "Il guardiano degli innocenti " o "La spada del destino". Mi aspettavo uno sviluppo maggiore delle tematiche che avevano fatto da filo conduttore nei primi romanzi, nonché una diversa evoluzione dei personaggi. Vale comunque la pena di leggerlo per sapere come si conclude la storia
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