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Anno edizione: 2021
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Un romanzo ormai considerato un classico del Novecento: per la lingua intensa e sempre concretissima, per l'alta moralità di fronte a esperienze estreme, per la totale mancanza di enfasi retorica, per il candore e la forza con cui viene rappresentata la lotta dell'uomo per conservare la propria umanità.
«Una parola definitiva sulla pietà e sulla misericordia che consentono agli uomini di continuare a guardarsi in faccia senza vergogna» – Eraldo Affinati
I ricordi della ritirata di Russia scritti in un Lager tedesco dall'alpino Rigoni Stern nell'inverno del 1944 vennero pubblicati da Einaudi nel 1953 nei «Gettoni» diretti da Vittorini sotto il titolo Il sergente nella neve. Apprezzato inizialmente soprattutto per il valore della testimonianza, il romanzo ha mostrato le sue grandi qualità espressive con la progressiva distanza temporale dai drammatici avvenimenti narrati. E ormai è giustamente considerato un classico del Novecento: per la lingua intensa e sempre concretissima, per l'alta moralità di fronte a esperienze estreme, per la totale mancanza di enfasi retorica, per il candore e la forza con cui viene rappresentata la lotta dell'uomo per conservare la propria umanità. Cronologia della vita e delle opere a cura di Giuseppe Mendicino.
Recensioni pubblicate senza verifica sull'acquisto del prodotto.
Un libro che mi ha fatto riflettere sugli orrori delle guerre.
Un libro che tutti dovrebbero leggere. Racconta l' umanità che bella sua semplicità e verità emerge anche i uno spietato e assurdo contesto di guerra e ancora una volta spinge alla riflessione di quanto sia orribile la guerra. Un racconto vero, ma mai distaccato o scarno. Uno dei migliori libri letti quest'anno.
Grande testimonianza della ritirata dalla Russia dei soldati italiani durante il 43. Rigoni con frasi brevi ma incisive, utilizzando una lingua semplice con un lessico povero, riesce a trasmettere la paura e il dolore che hanno vissuto.
Recensioni
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