(Castelvetrano, Trapani, 1875 - Firenze 1944) filosofo italiano. Collaborò intensamente alla «Critica», fondando poi, nel 1920, il «Giornale critico della filosofia italiana». Ministro della pubblica istruzione dal 1922 al 1924, realizzatore della riforma della scuola del 1923 e principale teorico del fascismo, influì notevolmente, in senso idealistico, sulla cultura italiana dei primi decenni del secolo con i suoi scritti filosofici ed estetici, le sue teorie pedagogiche, la sua opera storiografica: Sommario di pedagogia come scienza filosofica (1912), Teoria generale dello spirito come atto puro (1916), Sistema di logica come teoria del conoscere (2 voll., 1917-21), La filosofia dell’arte (1931) ecc. Più rari i suoi scritti letterari: Manzoni e Leopardi (1920), Vincenzo Cuoco (1927). Fu direttore dell’Enciclopedia italiana dal 1925 al 1944 e presidente dell’Accademia d’Italia (1944). Venne giustiziato dai partigiani.