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Anno edizione: 2020
Anno edizione: 2010
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Con Intervista col vampiro Anne Rice ha ricreato il mito notturno del vampiro, trasformandolo in una figura oscuramente luminosa capace di incarnare, e di raccontare, i mali, le paure, le angosce di noi contemporanei. Da questo libro è stato tratto il film con Tom Cruise, Brad Pitt e Antonio Banderas.
«Anne Rice comincia là dove Bram Stoker e i film sui vampiri si sono fermati e dà vita a un thriller formidabile che raggiunge il cuore del mito e ci affascina» – Chicago Tribune
Una stanza buia. Un registratore acceso. Un giornalista. E un vampiro. Da quasi due secoli, ormai, Louis de Pointe du Lac non è più un uomo: è una creatura della notte, e ha tutta la notte a disposizione per convincere Daniel, il giornalista, che la storia che gli sta raccontando è vera. Così come è vero il suo volto, tanto pallido ed esangue da sembrare trasparente, di una bellezza soprannaturale e per sempre cristallizzata. Louis racconta di come abbia ricevuto il dono (o forse la maledizione?) della vita eterna proprio quando non desiderava altro che la morte. È il 1791, è un'altra New Orleans, e Louis, in seguito al suicidio dell'amatissimo fratello, vorrebbe soltanto seguirne il destino. Ma la seduzione del dono oscuro è potente, specialmente se ha i modi, la voce e l'aspetto di Lestat. Sensuale e affascinante, crudele e allo stesso tempo capace di profonda commozione, Lestat ha bisogno di Louis tanto quanto Louis ha bisogno di lui. Quando infine, dopo anni di scorribande notturne, Louis sta per decidersi ad abbandonare Lestat, questi gli fa il regalo più grande: Claudia. Una bambina di appena cinque anni, in fin di vita, che solo il dono oscuro può salvare. L'unico peccato che il sacrilego e irriverente Lestat non si può permettere: creare una vampira di soli cinque anni.
Recensioni pubblicate senza verifica sull'acquisto del prodotto.
Indimenticabile. Senza tempo. Immortale. Così come Lestat e Louis anche questo libro ha le stesse identiche caratteristiche del vampiro. Da qui nasce tutto.
Letto e riletto fino a consumarlo, travolgente, divertente e così profondo. Un intramontabile che deve passare di mano in mano, tramandato per non dimenticare la dolce e amara vita immortale di Louis, lui che rimane nel cuore.
Il libro parla di un ragazzo che decide di farsi raccontare la vita di un vampiro e di registrare questa intervista, da cui poi il titolo. Il vampiro, Louis, parla a ruota libera della sua vita mortale, del vampiro che lo ha reso tale, della loro vita insieme e delle altre “persone” che li hanno accompagnati nel loro lunghissimo percorso. Louis è dotato di una forte sensibilità e, dopo le prime uccisioni, decide di cibarsi solo di animali. I due sono opposti nel carattere e mentre appunto Louis è dotato di un grande amore per la vita e i mortali, Lestat è un lussurioso e li ha in spregio. Decideranno poi, non proprio in accordo, di “crescere” una bambina, trasformandola in vampiro e condannandola di fatto all’immortalità in quella forma. La situazione tra i tre diverrà sempre più tesa, fino al tragico epilogo che condurrà Louis e Claudia a “fuggire” in Europa. Qui le cose andranno inizialmente bene per poi precipitare definitivamente in una spiraledi distruzione. Louis farà ritorno in America e qui troverà un Lestat ormai consunto dal tempo, inadatto a vivere, intriso di timori, che non è neppure il pallido fantasma dell’essere di un tempo. E così si concluderà in modo inatteso la vicenda, con il disappunto dell’intervistatore che decide di dare tutt’altro finale alla storia. La scrittura è in molti punti estremamente descrittiva e sono molte le scene orride con dovizia di particolari. Eccessiva (forse) la descrizione della Parigi sul fare del XIX secolo, città decisamente cosmopolita, dove persino i vampiri potevano avere il loro teatro e mescolarsi senza alcun problema alla colorita folla della notte. Sicuramente delle figure presentate quella più interessante e meglio delineata è Louis, la cui sensibilità a tratti è quasi elegiaca; a questa poi non mancherà di fare da contraltare una furia omicida che mescolerà la necessità dell’uccisione ad un perverso senso sadico. Finale decisamente con i piedi per terra e calato nella contemporaneità del reporter.
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