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Anno edizione: 2012
Anno edizione: 1995
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Per chi avesse amato “La cripta dei cappuccini” e desiderasse ritrovare le stesse atmosfere decadenti, consiglio di leggere “Fuga senza fine”, un romanzo più breve, scritto una decina di anni prima. Franz Tunda, il protagonista, precorre infatti un altro noto personaggio rothiano, Francesco Ferdinando Trotta, entrambi combattenti durante la Prima guerra mondiale nelle file dell’esercito austro-ungarico, entrambi tornano a casa dopo una serie di peripezie, solo per trovare una patria distrutta e una vita passata impossibile da riesumare. Una volta rientrato, Trotta cerca di riannodare i fili dell'esistenza precedente, cercando di ritrovare il proprio posto in una società che un posto per lui ormai non lo ha più; Tunda al contrario, ha vissuto e visto troppo nei suoi anni in Russia per poter riprendere la vecchia vita nella nuova Austria, così riparte, dando inizio alla sua “fuga senza fine”. Questo romanzo non è solo il racconto della fuga del protagonista da sé stesso, dal proprio passato ormai irrimediabilmente stroncato dal trauma della guerra, Roth parla invece della fuga di un’epoca intera da sé stessa, dalla distruzione che ha portato, e da quelle forze interne che latenti catapulteranno il continente europeo in un secondo conflitto mondiale. Il viaggio di Tunda non descrive la fuga da un luogo quanto invece la fuga dalle ideologie, l’autore narrando delle peripezie del protagonista attraverso l’Europa riesce a raccontare tutte le ideologie che stanno nascendo in Europa nel periodo tra le due guerre. Nel lungo viaggio dalla Siberia fino a Parigi Roth riesce a descrivere il comunismo nella neonata Unione Sovietica, il nazionalsocialismo che serpeggia nella fragile repubblica di Weimar, per approdare infine a Parigi dove Tunda trova la pace nella scoperta di essere ormai inutile alla società, non riuscendo a sposare nessuna delle ideologie del tempo, rimane il più libero di tutti quanto il più superfluo. Una liberazione.
L'ufficiale dell'esercito asburgico Franz Tunda, che poi altri non è che l'autore stesso, in una fuga senza un chiaro perchè, dalla Siberia a Parigi. Egli diventa un nomade,spogliato e privo di tutto: soldi, rango, titolo, professione; spettatore della disgregazione di un mondo antico e l'ascesa di nuovi poteri che daranno poi il via ai totalitarismi che porteranno alla catastrofe della Seconda Guerra Mondiale. La lettura ci è risultata pesante e "ferma", non c'è quel ritmo incalzante per cui il lettore va avanti spedito fino alla fine per vedere il finale; gli avvenimenti sono portati avanti in un incedere statico, per nulla coinvolgente; il linguaggio e i termini adoperati (almeno nella traduzione) sono capibili, ma lo stile e la costruzione delle frasi non sono del tutto comprensibili e risentono parecchio di certe ampollosità ottocentesche, tanto è che ci siamo dovuti fermare più volte.... non accade nulla di veramente sconvolgente, un episodio o più episodi per poter dare un senso e una svolta decisiva al tutto: si rimane in un limbo, in perenne attesa di qualcosa. Appaiono come funghi variopinte figure femminili, che non si capisce bene ne' il ruolo e ne' cosa possono rappresentare nel concreto per il protagonista... Tuttavia una cosa che ci è piaciuta è la descrizione che fa in vari frangenti di certa aristocrazia e di certi radical-chic viziati già esistenti (!!!)....elementi che possiamo riscontrare nella realtà odierna in abbondanza. "...gli uomini viziati, che stanno bene e sono così immuni dal contagio della povertà che presso di loro fioriscono le virtù prodigiose: la comprensione per la povertà, la misericordia, la bontà d'animo e persino la mancanza di pregiudizi" (Pag. 129). E la descrizione della città di Berlino, attraverso la quale si capisce bene il futuro che poi ha avuto questa città e di come sia andata di moda specialmente negli ultimi anni: "Questa città ha avuto il coraggio di essere costruita in uno stile orribile, e questo le da il coraggio per altri orrori" ......(Pag. 108 e seguenti). Il protagonista rimane “in fuga”, appunto….alla ricerca di un evanescente se stesso.
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