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1964 - Nastro d'Argento - Miglior attore non protagonista - Lulli Folco
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I compagni non lo si sente mai chiamato in causa tra i suoi più famosi eppure mi sono reso conto durante la visione di quanto grande sia questo film. Ne ho sempre sentito parlare come di un regista legato alla commedia con slanci drammatici ma qua la situazione è ribaltata; stavolta è il dramma la parte preponderante della pellicola e, come nei film neorealisti, si è sempre accompagnati nella visione da un'atmosfera amara alleggerita però da qualche trovata macchiettistica. Bellissimo l'utilizzo di diversi dialetti che fa in modo che il film non venga contestualizzato in una sola realtà, nonostante si faccia più volte il nome di Torino, come è degno di nota il personaggio, idealista e sempre affamato, interpretato da Mastroianni, vero motore dello sciopero anche se non direttamente interessato e toccato dalle conseguenze, se non nella parte finale. Finale che chiude il cerchio in maniera amara e beffarda.
Parliamo di realismo, parliamo di realtà che si scontra con l'utopia. Non mi dilungherò oltre a parlare di particolari punti del film. Lo stesso va letto nel suo insieme. Il professore tenta vanamente di proporre un credo ad una massa che per quanto lo voglia non potrà mai seguirlo. La massa stessa cerca di rifarsi sui pochi che non possono gioco forza cercare di cambiare le cose. Una struttura piramidale pervade tutto il racconto (io lo definisco tale) scontrando si con la bieca realtà. Per il momento mi fermo qui, cosi da lasciare aperta la discussione su alcuni punti che non anticipo per non rovinarti la visione.
Ottimo film civile, in perfetto equilibrio fra dramma e commedia. A suo tempo ebbe scarso successo in Italia, anche a causa di una campagna pubblicitaria sbagliata e di un titolo che negli anni del boom faceva paura a molti (ancora oggi fa paura a qualcuno...). Ma piacque molto in America, dove è sempre stato considerato un classico, nonostante quella parola nel titolo. E' un'occasione per ricordare Marcello Mastroianni, in una delle sue interpretazioni migliori, e soprattutto Mario Monicelli, che ebbe molto coraggio nel dirigere questo film negli anni Sessanta e ha mantenuto intatti il coraggio e la dignità anche negli ultimi giorni e fino all'ultimo secondo della propria vita.
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