Come uccidere il tuo capo

Potrebbe capitare che in un momento della nostra vita qualcuno ci faccia soffrire con comportamenti prevaricatori, ingannevoli al limite della delinquenza. Il capo, uno spasimante, un amico, un parente, qualcuno insomma a noi vicino. Toccando il fondo del dolore e del rancore pur di uscirne è possibile che si invochi figuratamente la morte di quella persona, o che nelle riflessioni tra sé e sé emerga un catartico ”Ti ammazzerei”. Un proposito omicida innocente che non penseresti mai di mettere in pratica. Un intento metaforico per eliminare il pensiero fisso su quella persona e far sì che essa perda il potere di condizionare il nostro stato d’animo. Ma se esistesse l’accademia McMaster, una novella Locusta in Giovenale per citare i classici, quanti di noi vorrebbero poterla frequentare per tornare ad essere felici eliminando l’essere malvagio causa del nostro malessere e senza il quale il mondo sarebbe un posto migliore? Tutto ciò ovviamente deve essere letto in chiave ironica, perché l’ironia a cui ci aggrappiamo nei momenti difficili è spesso la mano tesa che ci può salvare, “uccidendo” e ridimensionando in noi il soggetto malefico che così apparirà talmente ridicolo ai nostri occhi per quello che realmente è, tanto da diventare indifferente e inutile qualsiasi intento “omicida”, perché sarà la nostra mente a libererarsene. E per fortuna che esistono i libri a salvarci.

Molto carino, ma mi aspettavo qualcosa di diverso.

L'idea di base mi è piaciuta molto ed anche la scrittura rende il libro scorrevole e piacevole da leggere. Certe parti mi sono sembrate troppo lente e ci sono domande che mi sono fatta alle quali non ho avuto risposta. Forse mi aspettavo qualcosa di più anche se non so esattamente cosa