Compositore polacco. Allievo del conservatorio di Cracovia, dove poi ha insegnato, è il più noto compositore polacco della sua generazione. I suoi primi lavori – Anaklasis per archi e percussione, 1960; Dimensioni del tempo e del silenzio per 40 voci (senza testo), archi e percussione, 1960; Polymorphia per 48 archi, 1961; Threni per le vittime di Hiroshima per 52 archi, 1961; due Quartetti per archi, 1962-68 –, in linea con le esperienze della scuola di Darmstadt, presentano una ricerca materica condotta soprattutto attraverso una particolare tecnica d'impiego degli archi (in Threni le fasce sonore producono effetti simili a quelli della musica elettronica). In seguito, dopo esperimenti di elaborazione elettronica su nastro (Psalmus, 1961), P. ha recuperato nel proprio linguaggio materiali tradizionali (dalla melopea gregoriana a Stravinskij, da Wagner al tardoromanticismo) con un eclettismo e un gusto per la «citazione» che appaiono evidenti nella vasta Passio et mors Domini Nostri Jesu Christi secundum Lucam (1962-65), nel Dies irae (1967), e in tutti i lavori seguenti a partire dalla «sacra rappresentazione» Paradise lost (Il Paradiso perduto, da Milton, 1975-78). Tra le altre composizioni si ricordano De natura sonoris (1965-66), Capriccio per violino (1967), Messa slava (1968), Utrenija (1970), Kosmogonia (1970) e l'opera I diavoli di Loudun (Amburgo, 1969). Dei lavori più recenti si segnalano il Requiem polacco per soli, coro e orchestra (1984) e le opere teatrali Die schwarze Maske (La maschera nera, 1986) e Ubu rex (da A. Jarry, 1991).