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Anno edizione: 2021
Anno edizione: 2021
La morte improvvisa dell'amatissimo padre nel giugno 2020, in piena pandemia, getta Chimamanda Ngozi Adichie in uno stato di rabbiosa prostrazione. Le consuete parole della consolazione la irritano, il formalismo dei riti la esaspera, il dolore la dilania. Ma i suoi pensieri e le sue sensazioni, l'analisi dei diversi modi di affrontare il lutto, quello nigeriano e quello occidentale, diventano occasione per una lucida e penetrante meditazione sulle cose ultime, oltre che un canto d'amore per colui che per primo le ha insegnato a non temere il giudizio degli uomini.
«Adichie è maestra nell'invenzione di mondi. I trenta frammenti di questo testo consegnano al lettore una prospettiva diversa, unita alla certezza che quanto verrà in seguito avrà la forza di una creazione originale» – The New York Times Book Review
Cosa significa morire in tempo di pandemia? Può significare che la notizia, addirittura l'immagine di un padre senza vita, arrivi tramite una call su Zoom; se si vive in continenti diversi e il lockdown inchioda il mondo intero alla propria abitazione, può significare anche attendere spasmodicamente la riapertura degli aeroporti per poter raggiungere la città natia e celebrare finalmente l'indispensabile rito del funerale. La Chimamanda che apprende della morte improvvisa del padre per una malattia silente è la bambina inconsolabile del suo amatissimo papà, ma è anche la donna che vive a cavallo di due mondi, con le loro enormi differenze nell'avvicinare le fasi piú salienti dell'esistenza umana; è la scrittrice che medita sul senso dei rituali; è la femminista che vorrebbe sottrarre la madre a quelli piú umilianti, ma al contempo si rende conto del loro potere catartico. Il lutto è violento e fisico, è un ladro che strappa via i ricordi lasciando paura e furia. Eppure porta con sé un monito che in qualche modo spinge avanti: «Una voce nuova si fa strada nella mia scrittura, carica della vicinanza che avverto con la morte, della consapevolezza capillare e acutissima della mia stessa caducità. Un'urgenza nuova. Un senso di incombente precarietà. Devo scrivere tutto adesso, perché chissà quanto tempo mi resta».
Il libro “Appunti sul dolore” di Chimamanda Ngozi Adichie, uscito per l’editore Einaudi, è il libro che vorrei consigliarvi oggi. La scrittrice lo scrive dopo la morte del padre, avvenuta nel 2020 a seguito della pandemia. Questo è un viaggio nel lutto e nella sua elaborazione. L’autrice si è ritrovata sospesa tra due culture diverse, quella occidentale e quella nigeriana, in un momento in cui la notizia le arriva tramite zoom e si ritrova, vista la situazione mondiale, nell’impossibilità di prendere un aereo e stare vicino alla sua famiglia. In queste pagine ci descrive il suo dolore, i suoi pensieri, le sue sensazioni, con una delicatezza veramente unica, ricordando i momenti belli della sua infanzia, quando suo padre fu il primo a insegnarle di non temere il giudizio degli altri. Sicuramente il libro più intimo e aperto di questa grande scrittrice, famosa in tutto il mondo.Vi aspetto in Feltrinelli!
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