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Anno edizione: 2020
Anno edizione: 2008
Pubblicato nel 1979 con lo pseudonimo di Émile Ajar, per la sconcertante e formidabile ironia, per i toni irresistibilmente paradossali, L'angoscia del re Salomone rappresenta per molti il capolavoro di Romain Gary.
«È una vergogna. Il mondo diventa ogni giorno più pesante da portare.» Così il vecchio ebreo Salomon Rubinstein, il re dei pantaloni, dà voce alla propria angoscia, la stessa che ogni essere sensibile prova di fronte alle ingiustizie. Da parte sua decide di passare all'azione e di investire la propria fortuna, frutto di un'intera vita di lavoro, nella SOS Benevoli, un'associazione che ha come scopo quello di aiutare i diseredati. Aiutare, del resto, è stato da sempre il verbo più importante del suo vocabolario. L'umanità attende da troppo tempo di essere consolata e ha urgente bisogno del Messia: modestamente, seppure ad interim, Salomon Rubinstein si prova a esserlo, scegliendosi anche un discepolo, il giovane Jeannot, vero "autodidatta dell'angoscia".
Recensioni pubblicate senza verifica sull'acquisto del prodotto.
Dico ciao a Jeannot Coniglio alias Marcel Kermody, a Salomon Rubinstein, il re dei pantaloni e del “prêt-à-porter” e alla signorina Cora Lamenaire. Un tassista “riparatore” di oggetti e non solo, fanatico di dizionari e autodidatta, un vecchio ebreo, sopravvissuto al peggio con un carapace elegante costruito nel tempo pieno di umanità e sapientemente dosato con uno humour tutto ebraico, tra un pantalone confezionato e una collezione di francobolli, e una cantante “realista”, costretta a fare i conti con il tempo che è inesorabilmente passato e un palcoscenico che è tutto da riconquistare. L’atmosfera parigina, il “canoter”, il profumo della frutta candita di Nizza, la gioventù e la vecchiaia, l’umanità tra risate, paradossi e lacrime, e l’amore che è la somma di ogni singola cosa. Si vede, per quanto il romanzo sia diverso, perché la voce narrante non è quella di un bambino come nel suo più celebre “La vita davanti a sé,” lo stile di Gary. Una lettura piana, a tratti leggera, con frasi che si scolpiscono nella mente, immagini vivide che come fossero clownesche suscitano riso e pianto e un amore per le definizioni da vocabolario che ci fa venir voglia di aprirne uno per risolvere tutti quei dubbi che mai potremmo risolvere con una definizione. Del resto nell’affannosa ricerca di risposte alle domande che ci poniamo tra queste pagine - e non solo - emerge una certezza: “per vivere ci vuole umanità”. E Gary, che è un ebreo che non vuole rendere ebraico il mondo, ma vuole solo renderlo più umano, ancora una volta ci riesce benissimo, rivolgendo “amari rimproveri a Colui i cui benefici brillavano per la loro assenza”. Probabilmente la mia è una lettura semplice di meccanismi più complessi che riguardano la fede e il rapporto tra l’ebreo e il suo Dio, ma tant’è. Mi sono persa tra le “riparazioni” e mi si è “riparato” il cuore in questi tempi tristi. .
E’ stata molto interessante la lettura di questo libro di Romain Gary , vuoi per quello stile tutto suo, fatto di parole, di vocaboli giusti, pregnanti di significato ma anche nel contempo leggeri; ti girano intorno, ti frullano per la testa e comunque ti lasciano dentro qualcosa che non va via facilmente. Ha conosciuto ampiamente il dolore il nostro autore ma non lo vuol far pesare, aggiunge all’intreccio, alla narrazione quell’humor tutto ebraico, di cui lui stesso parla. C’è tanto dolore nel mondo, tanta angoscia per le ingiustizie , c’è una umanità fragile che chiede di essere ascoltata, capita, confortata. Il protagonista Salomon Rubistein cerca di venire incontro a queste realtà, sostituendosi un po’ a quel Dio, con il quale sembra avere un contenzioso in sospeso. Particolarmente riuscite le figure di altri personaggi che interagiscono tra loro : simpaticissima la voce narrante, Jannot, come molto umana e commovente la figura di Cora. Un testo molto gradevole, un gioiello che Romain Gary, ovvero Romain Kacew, ovvero Émile Ajar…., etc ci ha lasciato!!
Recensioni
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