L’articolo è stato aggiunto alla lista dei desideri
Cliccando su “Conferma” dichiari che il contenuto da te inserito è conforme alle Condizioni Generali d’Uso del Sito ed alle Linee Guida sui Contenuti Vietati. Puoi rileggere e modificare e successivamente confermare il tuo contenuto. Tra poche ore lo troverai online (in caso contrario verifica la conformità del contenuto alle policy del Sito).
Grazie per la tua recensione!
Tra poche ore la vedrai online (in caso contrario verifica la conformità del testo alle nostre linee guida). Dopo la pubblicazione per te +4 punti
Tutti i formati ed edizioni
Anno edizione: 2023
Anno edizione: 2023
Promo attive (0)
1939. L’Italia si prepara a vivere l’ultimo Natale di pace, ma un omicidio squassa il ventre della città.
Quanta solitudine che c’è. In Europa la guerra è cominciata, eppure da noi qualcuno si illude ancora che sia possibile tenerla fuori della porta. E poi sta arrivando la più bella delle feste, quella dove si mangia, si beve, ci si abbraccia, quella in cui ci si scambiano doni con le persone care; non bisogna avere pensieri tristi. La solitudine, però, la solitudine vera, è difficile da scacciare. Puoi essere solo perfino se stai in mezzo alla gente, se hai una famiglia, degli amici. Soprattutto puoi essere solo se decidono che sei diverso, magari perché non sai parlare, o perché ami persone del tuo stesso sesso. O perché, dicono, sei di un’altra razza. Anche Erminia Cascetta era diversa, a modo suo. Aveva troppa voglia di vivere, perciò l’hanno uccisa. In questo tempo che accelera verso l’abisso, spetta al commissario Ricciardi e al brigadiere Maione scoprire chi è stato. La chiave di tutto, però, è sempre la solitudine. Che, a volte nemmeno lo sappiamo, ci siede accanto.
«Potessi parlarti, ti parlerei della solitudine del cuore. E della condanna che hai comminato, senza nessuna pietà, e senza avere idea di quello che stavi facendo. Potessi parlarti, ti direi che alla fine la colpa è tua. Ma non posso parlarti, giusto? No, non posso. Perché sei morta».
Recensioni pubblicate senza verifica sull'acquisto del prodotto.
Ricciardi è sempre Ricciardi, una garanzia! Ma ho trovato questo episodio un po' sottotono, troppo malinconico e con meno mordente del solito. Ma lo perdono
Ricciardi non delude mai
In quest'ultimo romanzo l'autore ci conduce dentro la malinconia che permea la vita di Ricciardi; ampliandola anche alla gente dei rioni popolari di Napoli che rimpiange il quieto vivere del tempo di pace. Decisamente De Giovanni ci trasmette molto bene la cupezza del momento storico: la cappa vieppiù asfissiante del regime che vuole controllare tutto e tutti accoppiato alla minaccia del conflitto incombente. In questo clima, l'indagine per l'omicidio passa in secondo piano (tra le altre cose ho apprezzato un uso più che contenuto del "Fatto") e fa da sfondo alla presa di coscienza politica di Garzo e dello stesso Ricciardi, anche se legata ad episodi che li toccano da vicino, Da ultimo mi pare che i pochi capitoli dedicati a Livia in Argentina, che anche qui tornano a reiterare la solitudine della donna, siano stati creati più che altro per mantenere il personaggio nel ¨fil-rouge¨ del romanzo.
Recensioni
Recensioni pubblicate senza verifica sull'acquisto del prodotto.
L'articolo è stato aggiunto al carrello
L’articolo è stato aggiunto alla lista dei desideri
Siamo spiacenti si è verificato un errore imprevisto, la preghiamo di riprovare.
Verrai avvisato via email sulle novità di Nome Autore