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Anno edizione: 2020
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Oggi vorrei parlarvi di questo libro di Sharon M. Draper, "Melody", edito da Feltrinelli. Immaginate di non poter scrivere, camminare, leggere, parlare. Ecco questa è Melody, una bambina con una malattia rara ma con un'intelligenza altrettanto straordinaria. Melody è molto tenace e determinata a farsi comprendere e ad 11 anni ci riuscirà, ma non tutti sono pronti ad ascoltarla. Un libro che ha avuto un grandissimo successo negli Stati Uniti e dal Times è stato inserito nei 100 migliori libri per ragazzi. Io lo consiglio a tutti coloro che vogliono avvicinarsi alle persone speciali, per aiutarli a comprendere e a farsi comprendere in questa società piena di pregiudizi.
Recensioni pubblicate senza verifica sull'acquisto del prodotto.
Melody è nata con una paralisi cerebrale che le impedisce di muoversi, parlare e mangiare autonomamente; le su funzioni cognitive sono intatte, prigioniere di un corpo che non risponde ai suoi comandi. Gli unici a credere in lei senza mai un momento di cedimento o sconforto sono i genitori, la vicina di casa che le fa da baby sitter e l’assistente educativa assegnatale dalla scuola. Il romanzo ha vinto il Premio Andersen nel 2016, categoria <i>“oltre i 12 anni”</i> e forse, tenendo conto del target, diventa possibile capire le molte ingenuità e semplificazioni di tutta la vicenda. L’isolamento e la <i>segregazione</i> di cui è vittima Melody riguardano gli USA (e i paesi che hanno classi differenziali) perché in Italia (per fortuna) i bambini disabili sono inseriti sin dall’asilo nelle classi e quindi sono parte integrante del gruppo-classe. Non affermo certo che per un disabile (e per i suoi genitori) la scuola sia un posto idilliaco ma forse, con l’aiuto di bravi insegnanti ed educatori, alcune delle vicende di cui è protagonista Melody sono meno probabili (per esempio, gli ausili informatici sono a carico del sistema scolastico e non dei genitori.) L’integrazione sociale, comunque, più semplice e immediata nelle prime classi della scuola dell’infanzia e della primaria, si complica successivamente e qui i concreti interventi della famiglia, del personale scolastico e sanitario possono fare la differenza tra un’accettazione di facciata e un’integrazione effettiva nel gruppo dei pari. La storia di Melody non è esemplare della disabilità in generale e, secondo me, questo è uno dei pregi del romanzo: il disabile è prima di tutto una persona che, come tutte le altre, ha le sue peculiarità che vanno valorizzate ma soprattutto scoperte con pazienza e curiosità; è un’ottima opportunità per riflettere sulle differenze individuali, sull’amicizia e sui pregiudizi che, in modo inconsapevole, investono il modo con cui ci si mette in relazione con gli altri.
Una storia che parla di malattia, ma senza provare pietà per la protagonista. La si ammira, si entra in empatia con lei, si odia chi la tratta male. In fondo si vive la sua vita attraverso la sua testa. Il lettore è l’unico testimone, almeno all’inizio, di ciò che è nella testa di Melody, incapace di parlare. Grazie a un nuovo computer però la bambina poi si riscatterà. Una storia che insegna a non voltarsi quando si vede un diversabile e per capire quanti pregiudizi vi sono su di loro. Toccante.
Per quanto riguarda la storia mi è piaciuta e nonostante sia un libro per ragazzi, credo si possa a leggere a tutte le età. Pagina dopo pagina, viene naturale tentare di immedesimarsi nella protagonista del libro ed è proprio questo che aiuta a comprenderne il vero significato. Lo stile è molto semplice e scorrevole, anche se le battute sono spesso ripetitive e ci sono tanti, forse anche troppi stereotipi. Per il resto l'ho trovato una lettura molto dolce ed educativa, 3 stelle e mezzo.
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