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Anno edizione: 2022
Anno edizione: 2016
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«Diciamo bugie, Henry. È questo che facciamo.»
«Un thriller senza respiro» – The New York Times
Celia Harrison sa, o crede di sapere, cosa l'aspetta la sera in cui, nell'idillica Carmel-by-the-Sea, di fronte alle onde del Pacifico, arriva con un volo dall'Europa l'agente Henry Pelham che – con la sua stanchezza, le spalle curve, e quell'incontrollabile voglia di un martini – sembra giunto per riportarla indietro nel tempo, a un passato che Celia ha deciso di gettarsi alle spalle. Un passato in cui anche lei, come Henry, era un'agente della CIA. E in cui un terribile atto terroristico all'aeroporto di Vienna, che la CIA non seppe né arginare né sventare, mise fine alle loro carriere. Al loro amore turbolento. Alla fiducia che nutrivano l'uno per l'altra. Un solo appuntamento a cena: il primo dopo molti anni, e quasi sicuramente l'ultimo. Anche Henry sa, o crede di sapere, cosa lo aspetta. Per lui questa è la cena della resa dei conti. La cena in cui – con ogni mezzo, lecito e illecito – estorcerà a Celia una confessione su cosa successe davvero a Vienna, e in cui saprà anche perché, subito dopo, Celia lo lasciò per sempre, sgretolandogli il cuore. Ma Celia ha tutt'altri programmi per la serata – e per Henry. Perché nulla è come sembra durante questa lunga, burrascosa, sorprendente cena di ex amanti, ex colleghi, ex spie. Nulla se non una cosa: ogni parola detta è una bugia. Da un autore che è una riconosciuta promessa del thriller americano, «scritto in una prosa che fa scintille a ogni pagina, questo romanzo dimostra definitivamente che Olen Steinhauer è il vero, unico erede di John le Carré». (Daily Mail).
Recensioni pubblicate senza verifica sull'acquisto del prodotto.
La struttura narrativa del libro è interessante, di fatto tutto ruota intorno al tavolo dove Celia ed Henry stanno cenando, tuttavia ho forti dubbi sulla trama che mi sembra poco credibile, sia per le motivazioni alla base del disastro di Flughafen sia per lo svolgersi della cena e non aggiungo altro, per forza di cose. Come spesso capita, mi lascia perplesso la scelta di tradurre il titolo originale in La cena delle spie che sicuramente è calzante, ma svela da subito l’andamento della storia. Peggio ancora quanto scritto in copertina: “Non accetterai mai più l’invito a cena di una donna”, dato che in pratica svela il finale che peraltro è ben più che telefonato, perlomeno al lettore più smaliziato. Mi è piaciuto oppure no? Difficile dare un giudizio netto; nella mia classifica gli assegno un Medio, però speravo di meglio, vista per l’appunto l’idea alla base della storia.
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