Compositore polacco. Figlio di ricchi possidenti polacchi trasferitisi in Ucraina, ebbe un'infanzia infelice; minato dalla tubercolosi ossea, poté studiare solo privatamente. Dopo aver fondato una società per la diffusione della musica polacca in Europa, visse prima a Lipsia e Berlino (1906-08), poi a Vienna (1910-14), compiendo numerosi viaggi. Dal 1927 diresse il conservatorio di Varsavia, sempre ostacolato nel lavoro dalla gravità del suo male, che lo costringeva a trascorrere lunghi periodi in case di cura, in una delle quali si spense. La figura di S. domina il panorama della musica polacca della prima metà del Novecento; con Chopin e Moniuszko, egli va annoverato fra i maggiori musicisti di quel paese. Nonostante la fioritura della musica polacca nel periodo fra le due guerre, S. resta un compositore isolato, legato solo in parte alla scuola nazionale. Formatosi a contatto con le esperienze centro-europee (l'impressionismo francese, l'epigonismo wagneriano, il virtuosismo strumentale di fine Ottocento, curiosamente accostati a Chopin, Skrjabin, Schönberg, Stravinskij), egli riuscì a elaborare un linguaggio autonomo, coloristico e fantastico, venato di accostamenti armonici audacissimi e di effetti timbrici di intensa suggestione: linguaggio che, nelle ultime opere, tende a realizzare una sintesi dello spirito polacco e dello spirito europeo. Fra le sue composizioni più significative occorre ricordare: le due opere Hagith (1922) e Re Ruggero (1926); le 4 sinfonie (la terza con voce solista e coro, la quarta concertante con pianoforte); liriche per voce e pianoforte, fra cui i bellissimi Canti d'amore di Hafiz (1911) e le Canzoni del muezzin innamorato; i celebri 3 poemi per violino e pianoforte Miti (fra cui La fontana d'Aretusa, 1915); lavori corali a cappella e con orchestra (fra cui la cantata Demeter con contralto e coro femminile, 1917); 2 quartetti (1917 e 1927); uno splendido Stabat Mater (1926) per soli, coro e orchestra, forse il suo capolavoro; 2 concerti per violino e orchestra (il più noto è il n. 2, op. 61, 1933), e, infine, numerose pagine pianistiche (Preludi op. 1; Variazioni op. 3; Studi op. 4 e op. 33; Sonate op. 8, 21, 36; Fantasia op. 14 ecc.).