(Porto 1799 - Lisbona 1854) poeta, drammaturgo e uomo politico portoghese. Costretto all’esilio per motivi politici, visse alcuni anni in Inghilterra e in Francia fino alla presa del potere da parte dei liberali. Nominato capo dell’ispettorato generale dei teatri e del conservatorio di arte drammatica, operò per la rinascita del teatro nazionale; creato visconte e pari del regno, nel 1852 divenne ministro degli esteri. Agli anni di vita universitaria risalgono i poemi inseriti nel volume Lirica di Giovanni Minimo (Lírica di João Mínimo, 1829). Il suo poema Camões (1823) segnò l’inizio del movimento romantico portoghese. Fra le altre opere ricordiamo: Adozinda (1828), Atto di Gil Vicente (Um auto de Gil Vicente, 1838), Frate Luis di Sousa (Frei Luís de Sousa, 1843), considerato il capolavoro del teatro moderno portoghese, Viaggi nel mio paese (Viagens na minha terra, 1846), libro autobiografico in prosa; due raccolte di poesie: Fiori senza frutto (Flores sem fruto, 1845) e Foglie cadute (Folhas caídas, 1853); e un volume di Favole e racconti (Fábulas e contos, 1853). Oltre a diffondere i fermenti del romanticismo nella letteratura portoghese, G. suscitò nuovo interesse per le tradizioni popolari.