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Anno edizione: 2024
Anno edizione: 2024
Dopo Tutti nella mia famiglia hanno ucciso qualcuno, Benjamin Stevenson torna con un giallo brillante e ricco di humour, che corre davvero come un treno verso il più sorprendente dei finali.
«Stevenson conferma la sua vocazione nell’unire giallo e commedia, sulla scia di Richard Osman, attraverso una prosa e delle personalità capaci di intrigare capitolo dopo capitolo.» - Nicole Spallina
Ernest Cunningham è nei guai. Dopo essere diventato famoso per aver scritto un true crime sulla sua famiglia – una famiglia micidiale: hanno tutti ucciso qualcuno –, il suo agente letterario e il suo editore gli chiedono con insistenza un nuovo libro. Ma dove trovare l’ispirazione, senza che qualcuno ci rimetta la pelle? L’occasione si presenta sotto forma di un invito al Festival Australiano del Giallo. In omaggio ad Assassinio sull’Orient Express di Agatha Christie, gli organizzatori hanno deciso di riunire un gruppo di celebri giallisti a bordo del Ghan, il treno che attraversa l’Australia, da Darwin a Adelaide. Durante il viaggio, Ernie avrà modo di confrontarsi con i colleghi e forse, chissà, di mettersi finalmente al lavoro. Neanche il tempo di partire che ci scappa il morto. Per deformazione professionale, ciascuno dei giallisti inizia subito a elaborare teorie in base alla propria specializzazione: c’è chi procede per deduzione, chi veste i panni del medico legale e chi traccia il profilo psicologico del possibile assassino. A bordo sono tutti sospetti. Sulla carta sanno tutti come ragiona un detective e, prima ancora, come si commette un crimine, ma chi è passato dalla teoria alla pratica?
Recensioni pubblicate senza verifica sull'acquisto del prodotto.
Il libro non si allontana molto dallo stile del primo, nonostante ciò la storia, gli avvenimenti e i personaggi sono completamente nuovi (e soprattutto particolari). Anche qui un singolo dettaglio riesce a smascherare il colpevole (sempre se è solo uno ;) ).
Ho appena finito di leggere questo libro, e non credevo di dover scrivere questa recensione. Ho letto il suo primo libro: è amarlo è stato immediato! Nessun altro libro mi aveva preso come il primo, nemmeno lontanamente; lo reputo ancora oggi, uno dei miglior gialli scritti nei nostri tempi. Oltre ciò: purtroppo questo libro mi ha fatto ricredere su tanti punti, che ancora adesso sto cercando di trovare un collegamento, anche se minimo, nella scrittura di questo libro. Vi spiego i miei motivi: - Indizi: alcuni non venivano chiariti ne identificati, e purtroppo, viene fatto solo alla fine o a caso, letteralmente; - Il vero assassino: non ci sono abbastanza prove, o indizi per capirlo: avrei avuto più possibilità di sparare e azzeccare che andando verso gli indizi; - Dettagli: bisogna saper distinguere i dettagli fondamentale che da quelli da “allungare il brodo”, troppo lunghi per descrivere un dettaglio, oltre che c’è già la cartina con tutto del treno. Purtroppo non posso dare più di tre stelle, mi aspettavo il botto come il primo, ma non lo rileggerei un’altra volta.
Premetto che non ho letto il primo libro dell'autore e che quindi potrei essermi perso qualcosa. Il libro più che un giallo è una descrizione di cosa è un libro giallo, quali ne sono le caratteristiche, quali sono i rapporti tra scrittore, narratore e distributore. La trama, non originalissima, non sarebbe male, per quanto inverosimile, se non ci fossero queste continue rotture della quarta parete e le relative interruzioni per un colloquio con il lettore che ho trovato abbastanza fastidiose e spezzano il ritmo del racconto.
Recensioni
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