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Recensioni Tempo di regali. A piedi fino a Costantinopoli da Hoek Van Holland al medio Danubio

Recensioni: 5/5
Nel dicembre del 1933 Patrick Leigh Fermor ha appena diciotto anni, vaghe ambizioni letterarie, ma un progetto nitido e grandioso: attraversare l'Europa a piedi e raggiungere Costantinopoli

«È stupefacente la capacità di Fermor di evocare con la sua prosa un'infinità di luoghi e prospettive rendendoli visibili, come d'incanto, alla mente del lettore. Tra i prosatori di viaggio del Novecento, Fermor è tra i più eruditi, ma non è interessato a nessuna forma di specialismo. La gratificante densità delle sue pagine sembra il frutto di una scommessa sulla ricchezza implicita dell'atto di guardare. È attingendo senza avarizia alle sue riserve di curiosità e attenzione che il viandante può offrire qualcosa in cambio dell'offerta di sé che gli fa il mondo... Tempo di regali è da molti considerato tra i pochi veri capolavori irrinunciabili della letteratura di viaggio.» - Emanuele Trevi

Munito solo di uno zaino da alpinista, un vecchio cappotto militare, scarponi chiodati, l'"Oxford Book of English Verse" e un passaporto nuovo di zecca che gli attribuisce la professione di studente (anziché, come avrebbe auspicato, quella di vagabondo), nel dicembre del 1933 Patrick Leigh Fermor abbandona Londra e una carriera scolastica sciagurata e ribalda. Ha appena diciotto anni, vaghe ambizioni letterarie, ma un progetto nitido e grandioso: attraversare l'Europa a piedi e raggiungere Costantinopoli. Quando vi arriva, il 1° gennaio 1935, è ormai un altro: non solo si è lasciato per sempre alle spalle disastri e misfatti, ma ha sviluppato una rara forma di nomadismo e l'arte, ancora più rara, di trasmetterlo agli altri. Che contempli lo splendore barocco dello Schloss Bruchsal o le nodose mani dei contadini fra cipolle tagliate, caraffe sbeccate e pane integrale; che dorma in un fienile steso come un crociato sulla tomba o nel "capanno da caccia" del barone Pips Schey a Kòvecses; che percorra il Reno su una colonna di chiatte che trasportano cemento o attraversi Vienna offrendosi come ritrattista a domicilio; tutto ci appare il dettaglio di un fantasmagorico affresco, tutto sembra ricomporsi in un gigantesco puzzle dove risorge il passato dell'Europa. E insieme scopriremo qui il modello ancora fragrante di quel modo di viaggiare (e di vivere) che sarà un giorno identificato con la fisionomia di un giovane amico di Leight Fermor: Bruce Chatwin.)
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