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Anno edizione: 2022
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L’esergo proustiano definisce subito la cornice. Il tempo scorre inesorabile, modifica e travolge esistenze, desideri, aspettative. Ricordare il passato, inseguire stati d’animo associati alla giovinezza, ritrovare amici e amori può portare ad esiti inattesi. Non tutto volge al peggio: il senso di perdita, accompagnato da rimpianto o nostalgia, è inevitabile, ma talvolta la vita riserva seconde occasioni, rivalse e trasformazioni sorprendenti. Insieme agli individui cambia la società, la musica e il mondo che le ruota intorno, i media e l’interazione tra pubblico e star. Il romanzo di racconti è un virtuosismo stilistico con cui l’autrice varia continuamente punto di vista, tecniche narrative e ambientazioni, con una chiusura circolare che proietta il lettore in un futuro anteriore, immaginato un decennio fa.
Il tempo è un bastardo racconta la storia di due personaggi e Bennie e Sasha e di ciò che il tempo fa della loro vita. La loro storia e vita è raccontata anche tramite altri personaggi, amici ma a volte anche solo persone apparentemente di passaggio. È un libro ritmico che rispetta spazi e tempi. I capitoli si susseguono aggiungendo ogni volta una tessera al puzzle. Fino al quadro finale che si conclude inaspettatamente con un ritorno che pensavamo di poter chiudere in un cassetto e che non avremmo ritrovato data la sua posizione nel racconto. È un romanzo rock-punk che sfocia nella vita tranquilla. Il temporale prima della quiete. Una scrittura che coccola e coinvolge. La Egan è proprio brava. Lo consiglio perché è divertente e ti strega, ma anche perché ci si può ritrovare in qualche riga.
L'inizio è tra i più promettenti, la prosa è talmente duttile che si ha l'impressione di assistere a ciò che accade. Il resto della storia diventa dispersivo, nonostante l'ambiziosa impalcatura narrativa che vorrebbe reggersi su un'ampia gamma di punti di vista diversi, invece i personaggi finiscono con lo sfumare l'uno nell'altro, come se si trattasse sempre della stessa persona. Il tentativo di seguire tutte le voci narranti e i vari salti temporali privi di nessi cronologici, si rivela frustrante se manca quella coerenza d'insieme che ci impedisce di restare con un pugno di mosche quando si vanno poi a tirar le somme. Il quadro della società americana tracciato da Jonathan Franzen ne "Le correzioni" è più organico e incisivo. L'ultimo capitolo ci riserva un colpo di coda, risollevandosi dal magma indistinto che scivola nel fumettistico, grazie ad alcune previsioni sull'immediato futuro, dove regnano i social-network, e le banche dati - i nostri dati personali, le nostre opinioni, i gusti personali - sono merce: "proprietà di qualcuno".
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