Storia proibita di una geisha

Il libro mi è piaciuto principalmente perché insegna molto sulle usanze dei quartieri di Kyoto, e soprattutto i rapporti obbligati tra le persone, per la nostra cultura assolutamente assurdi e impensabili. Il testo scorre bene, anche se nel libro sono presenti tantissimi errori di ortografia e di stampa. Ho avuto però l'impressione che l'intera autobiografia sia stata estremamente romanzata, cioè molti episodi, secondo me, sono inventati di sana pianta. Vi spiego perché: la protagonista Mineko è una donna molto intelligente e intuitiva, agisce in maniera di essere la migliore, sempre, e visto il successo che ha avuto come geisha, sono molto convinta che ciò sia vero e il libro infatti rispecchia questo suo lato. Improvvisamente però sono raccontati degli episodi banali in cui agisce da stupida, molto stupida, il che non ha senso. Ad esempio racconta che nella sua casa di geisha, la "madre" Masako comprava sempre elettrodomestici all'avanguardia, poi quando va a vivere da sola, non riesce a usare l'aspirapolvere perché non sa che deve attaccare la spina e chiama l'assistenza. Ciò non è possibile. E' evidente che la parte dell'aspirapolvere sia inventata per far sembrare il personaggio umile e impacciato e diciamo "carino" allo stile giapponese. Ce ne sono tantissimi di episodi così. Inoltre buona parte dell'inizio del libro racconta i suoi primi 5 anni di vita, con dialoghi e situazioni raccontati fino ai minimi dettagli. Possibile che a 60 anni, quando è stato scritto il libro, una persona si ricorda per filo e per segno ciò che ha fatto a 3 anni? Penso che tutta questa parte sia molto romanzata con l'aggiunta di episodi e dialoghi inventati. Comunque questo libro ti fa capire le enormi difficoltà dietro alla bellissima apparenza del mondo delle geisha. Io l'ho trovato molto interessante e lo consiglio a chi piace la cultura giapponese. Il libro comunque non c'entra assolutamente nulla con il film "Memorie di una geisha", sono due storie diverse.

A chi ha scritto e detto che questo libro è la rivalsa della vera geisha alla quale Arthur Golden nel capolavo di “memorie di una geisha” ha preso spunto, stravolgendo e disseminando ovunque i segreti di quel mondo, dico: leggete bene i due libri. Arthur Golden ha scritto un bellissimo romanzo che copre un limitato periodo storico tra il prima ed il dopo seconda guarra mondiale, forse neanche una quindicina di anni. Mineko Iwasaki nasce nel 1949 e racconta la sua storia, male, mal descritta, probabilmente mal tradotta dal giapponese all’inglese, fino all’anno 2002. Lei ricorda tutto, dall’età di 3 anni, la complessa struttura del quartiere con le sue regole e le sue rigide tradizioni. Con lucidità maniacale, quasi innaturale. Questi sono due libri completamente diversi, senza alcun riferimento o somiglianza che possa far credere ad un minimo collegamente. Due storie totalmente diverse, dall’espressivitá alla scorrevolezza al piacere della lettura. Basta dire che Golden è un plagio. Questi due libri sono diversi, fine.

Molto delicato e intimo, un libro stupendo.