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Anno edizione: 2015
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La storia narrata in questo libro è breve, ma incredibilmente intensa. Racchiude un messaggio che è valido ancora oggi: ogni popolo è tenuto a rispettare l’identità e la cultura degli altri popoli, al di là della guerra e del rapporto di forza che esiste tra popolo invasore e popolo invaso. E’ una storia che si svolge tra quattro mura e tre personaggi, all’epoca dell’invasione nazista della Francia. Non ha dialoghi, ma solo un lungo e intervallato monologo che spiega, anche attraverso la favola de “La bella e la bestia”, ciò che può nascondersi di nobile nel cuore di un uomo al di là della divisa che indossa, e ciò che lo distingue da quegli uomini che amano unicamente le proprie ambizioni. Mi ricorda la storia rappresentata in "Suite Francese", il film tratto dal romanzo omonimo. Ne “Il silenzio del mare” i personaggi (lo zio e la nipote) sono diversi da quelli principali rappresentati nel film, mentre l'ufficiale tedesco ha pressoché le stesse caratteristiche (è un compositore di musica per pianoforte, costretto a far parte dell’esercito nazista pur non condividendone gli ideali). “Il silenzio del mare” e “Suite francese” sono romanzi redatti nel 1942. Il primo, scritto sotto pseudonimo da un disegnatore, è stato definito il maggior simbolo della resistenza francese attiva. Venne diffuso clandestinamente in quello stesso anno, fatto tradurre dal generale De Gaulle quindi paracadutato sull’Inghilterra perché servisse ai soldati d’incitamento alla lotta contro il nazismo. Il secondo, scritto da una giovane ebrea morta nel lager di Auschwitz in quello stesso anno, fu rinvenuto incompleto in una valigia numerosi anni dopo e pubblicato soltanto nel 2004.
Pubblicato in Francia clandestinamente nel 1941 sotto l'occupazione tedesca è considerato un racconto sulla resistenza, ma non è solo questo... In poco più di 50 pagine l'autore narra la storia di uno zio e sua nipote (francesi) che sono costretti ad ospitare per sei mesi l'oppressore tedesco nella loro casa. L'unica arma che hanno, per opporsi e resistere al nemico è il silenzio, potente e schiacciante, che è il vero protagonista del racconto. L'ufficiale tedesco si rivelerà un uomo gentile, dall'animo buono, un sognatore che nutre la speranza che la guerra porterà benefici sia alla Germania che alla Francia. Ogni sera, con delicatezza ed educazione, entrerà nella stanza bussando, ed ogni sera parlerà loro di se stesso, del suo amore per la Francia, per la musica, per le fiabe, dei suoi sogni... Giorno dopo giorno si guadagnerà il rispetto dello zio e un sentimento più profondo e indefinito da parte della ragazza che, tuttavia, manterranno la dignità e il silenzio per sottolineare opposizione e patriottismo.. Come sempre accade, la guerra non produce nè vincitori nè vinti ma solo esseri umani che si ritrovano vittime, a subire e soffrire per le decisioni politiche esterne.. tutti ne usciranno perdenti. Nel silenzio opprimente si avvertono intensi i turbamenti di tutti i personaggi: dello zio che rispetta l'uomo ma è purtroppo il nemico, della nipote che si impone di non guardarlo mai, di essere indifferente, di far finta che non esista ma il suo sguardo spento, gli occhi opachi rivelano il turbamento dell'animo, e del tedesco che sogna un mondo migliore per tutti in nome dell'amore, e deve scontrarsi con la realtà dei fatti, con il sogno infranto e deciderà di prendere la strada per "l'inferno" Il silenzio considerato come la calma del mare in superficie e profondo come il turbinio delle acque sottostanti. Avvincente, si legge in breve tempo, prepotentemente le emozioni raggiungono il lettore in un crescendo fino all'ultima pagina.
Questo racconto è un espediente alla riflessione. Penso che me lo porterò dentro per giorni.
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